Mons. Crepaldi nelle scorse settimane ci ha spiegato i motivi per cui “nulla sarà come prima”, che l’uomo dovrà instaurare “un nuovo rapporto con la natura” che abbandoni il “naturalismo ideologico” e sette giorni fa ha evidenziato un valore societario fondamentale: “il bene comune”. Oggi ci parla di argomento poco conosciuto, o meglio poco presente nel nostro Stato: il principio di sussidiarietà, un cardine però della Dottrina Sociale della Chiesa.
È un libro-intervista, curato da Alberto Savorana, in cui, partendo dall’«irrompere imprevisto e imprevedibile della realtà con la faccia del Coronavirus», il Presidente della Fraternità di CL descrive la grande possibilità di riscoperta dell’umano che ci è data vivere: dalla solitudine al silenzio, dalla condivisione all’amicizia, alla coscienza che abbiamo di noi e del mondo.
Oscar è un bambino speciale: su di lui la forza di gravità non ha effetto. Cresce in isolamento al riparo da occhi indiscreti, e sogna di diventare un supereroe. Da adulto, l’uomo avverte tutto il peso che la leggerezza, paradossalmente, comporta.
Che cosa è successo? Dove siamo precipitati? Sono domande poste da credenti e non credenti, smarriti e a volte angosciati. Siamo stati colpiti dalla pandemia, ma c’è stata anche un’epidemia della paura. Le stesse chiese si sono trovate inizialmente esitanti e poi si sono espresse con una voce tenue, consolatoria, sì, ma priva di una capacità di “guidare”, di discernere i segni dei tempi; senza una parola autorevole e performativa nei confronti dei fedeli e della gente. “Non mi è sembrato di aver udito nella chiesa italiana il pronunciamento di una parola autorevole, partecipe, consolatrice, ma anche profonda, illuminante, orientatrice”, ha scritto don Giuliano Zanchi in I giorni del nemico. Ancora una volta è stato papa Francesco, soprattutto con i suoi gesti, scaturiti dalla sua umanità profonda e dalla sua capacità profetica, a essere un riferimento affidabile, un intercessore presso il Signore, un pastore in mezzo al gregge.
In tantissimi sono rimasti stupiti, rammaricati e rattristati di fronte alla scelta del Presidente del Consiglio Conte di negare la ripresa della celebrazione delle Messe colpevolizzando totalmente il Comitato Tecnico-Scientifico. Di fronte a molteplici reazioni, alcune le riportiamo nella Rassegna Stampa, Conte ha deciso di riaprire le trattative con la CEI ma al momento non abbiamo, pur essendo trascorsa una settimana delle decisioni concrete ma solo delle notizie incontrollate che si susseguono.