L’Assemblea dell’Irlanda del Nord approva la mozione contro la legalizzazione dell’aborto imposta da Londra. Determinante l’intervento della 24enne che si batte contro la strage dei disabili. Ecco la sua lettera aperta ai parlamentari.
Martedì 2 giugno, l’Assemblea dell’Irlanda del Nord, ovvero il parlamento locale, ha mandato un messaggio non indifferente a Westminster approvando una mozione che respinge in termini chiari la legalizzazione dell’aborto letteralmente imposta al paese dal governo britannico l’estate scorsa approfittando della paralisi istituzionale. Anche se dal punto di vista legislativo la mozione per ora non cambia nulla, dal punto di vista politico è la conferma da parte dei rappresentanti degli elettori che il popolo dell’Irlanda del Nord non la pensa affatto come Londra su questa materia. Non a caso, negli anni, le precedenti campagne per legalizzare l’aborto “democraticamente” erano tutte fallite.
La mozione, passata con 46 voti a favore contro 40, era stata promossa dal Democratic Unionist Party (Dup), e ieri durante il dibattito il deputato Paul Givan l’ha sostenuta dicendo che l’Irlanda del Nord è stata «trattata con disprezzo» dal governo britannico sull’aborto. Il Sinn Féin invece aveva presentato un emendamento alla mozione inteso a “salvare” l’accesso all’aborto nei casi di malformazione del feto, ma la modifica è stata bocciata. Il fatto che il fronte pro life sia guidato dagli unionisti (in teoria protestanti e lealisti verso Londra) mentre gli autonomisti (sulla carta cattolici) siano allineati con il governo di Sua Maestà, è un ulteriore paradosso che spinge a riflettere su quanto sia lacerante la realtà dell’aborto.
129 INTERVENTI IN 7 SETTIMANE
Nel frattempo, comunque, le nuove regole imposte all’Irlanda del Nord da Westminster sono entrate in vigore il 31 marzo. E così ora nel paese l’aborto è totalmente libero fino alla 12esima settimana di gravidanza; in caso di pericolo per la salute fisica o mentale della madre, però, è accessibile fino alla 24esima settimana, mentre lo è senza limitazioni se il nascituro presenta gravi anomalie o menomazioni. Nel giro di sette settimane sono state eseguite oltre 100 interruzioni volontarie di gravidanza in Irlanda del Nord. Per la precisione Robin Swann, ministro della Sanità, ha dichiarato che alla data del 22 maggio ne erano state registrate 129.
CHI È HEIDI CROWTER
L’approvazione della mozione naturalmente ha scatenato la solita battaglia politica con accuse e controaccuse di strumentalizzazione. Chi desidera approfondire questo aspetto può leggere la cronaca della Bbc. Quello che interessa qui è sottolineare la sorprendente vittoria di una donna di nome Heidi Crowter, attivista di 24 anni affetta da sindrome di Down. Heidi si batte da tempo, anche per via giudiziaria, contro la strage dei disabili autorizzata dalla legge britannica attraverso l’aborto fino alla nascita, e si è mobilitata quando la medesima ingiustizia è stata introdotta anche in Irlanda del Nord, per di più scavalcando in modo furbetto l’Assemblea.
LA LETTERA APERTA AI MEMBRI DELL’ASSEMBLEA
Ebbene, non solo Heidi è riuscita a compattare il fronte per la vita (vescovi compresi) che rischiava di disperdersi dopo la cocente sconfitta. Se il parlamento dell’Irlanda del Nord ha deciso di prendere questa posizione netta di fronte a Westminster, è di fatto merito suo. E infatti nella mozione appena approvata dall’Assemblea la donna è citata con nome e cognome.
Di seguito riportiamo in una nostra traduzione la lettera aperta inviata da Heidi Crowter ai parlamentari nordirlandesi nei giorni precedenti alla discussione della mozione.
«Caro membro dell’Assemblea,
Ti scrivo per chiederti di votare martedì 2 giugno a favore della seguente mozione: “Che questa Assemblea accoglie l’importante intervento dell’attivista per i diritti dei disabili Heidi Crowter e respinge l’imposizione della legislazione che estende l’aborto a tutte le disabilità non mortali”.
Il Regolamento 7 dei Regolamenti (dell’Irlanda del Nord) sull’aborto consente l’aborto fino al momento della nascita sulla base di motivazioni descritte come “grave disabilità”.
Significa la stessa cosa che intende la legislazione britannica, la quale permette l’aborto sulla base di disabilità non mortali come la sindrome di Down, la condizione che ho io stessa, fino al momento della nascita.
Come persona con la sindrome di Down trovo questa proposta per l’Irlanda del Nord molto dolorosa e offensiva. Mi dice che io non sono uguale alle altre persone, non sono degna dello stesso livello di tutela legale di cui gode chi non è affetto da sindrome di Down o da analoghe disabilità non mortali.
Penso invece che la legge dovrebbe dire che in Irlanda del Nord le persone con la sindrome di Down, o con altre disabilità non mortali, sono preziose tanto quanto le persone che non hanno tali disabilità, come accade nella Repubblica d’Irlanda.
È per questo che attraverso un avvocato sto combattendo la legge equivalente in Gran Bretagna.
Desidero chiederti di accantonare qualunque questione partitica e di votare questa mozione. Non è un tema partitico ma un tema di uguaglianza e di resistenza alla discriminazione nei confronti dei disabili.
Ti prego di votare per questa mozione in modo che l’Assemblea dell’Irlanda del Nord possa dire al mondo che non accetterà una legge che tenta di impedire alle persone come di me di nascere, [una legge] che suggerisce che noi non abbiamo lo stesso valore delle persone non affette da sindrome di Down o da altre disabilità non mortali.
Ti prego di votare per creare un clima che renda più facile, non più difficile, riconoscere e vedere la bellezza che sta dietro al cromosoma in più.
Cordiali saluti
Heidi»
3 giugno 2020
Vittoria per l’attivista Down che sfida il Regno Unito sull’aborto