Fino a quest’anno c’erano solo due zone, formalmente appartenenti alla Cina, in cui si poteva parlare liberamente del massacro di piazza Tienanmen (4 giugno 1989): sull’isola di Taiwan e a Hong Kong. Adesso se ne potrà parlare liberamente solo a Taiwan, finché la lunga mano della censura cinese non arriverà anche all’isola “ribelle”. Ma a Hong Kong, un’ondata di incriminazioni avvenuta questa settimana, dopo la manifestazione semi-clandestina del 4 giugno, dimostra come non vi sia realmente più libertà di ricordare le vittime del massacro di Pechino.