Stampata all’inizio in inglese, la storia parla in modo semplice di valori universali. Ma dietro c’è anche l’abilità di alcuni Paesi, come la Francia, nel far leggere i propri autori. Per lunedì 29 giugno Parigi lancia la giornata internazionale «Piccolo Principe Day».
Lunedì 29 giugno si celebra il «Piccolo Principe Day» in ricordo della nascita , 120 anni fa, del suo autore Antoine de Saint-Exupéry (Lione, 29 giugno 1900 – Isola di Riou, 31 luglio 1944). Su «la Lettura» #448, in edicola dal 28 giugno al 4 luglio e nell’App del supplemento, una visual data sui cento libri più tradotti nei cataloghi delle biblioteche mondiali, dalla quale emerge che «Il piccolo principe» è al primo posto. In occasione della ricorrenza pubblichiamo anche sul web l’articolo di Pierdomenico Baccalario dal supplemento, a commento della visual data.
A l contrario di quanto saremmo portati a immaginare, i bibliotecari non sono neutrali. Lo scrive Kate P. Horan, direttrice della McAllen Public Library del Texas, quando spiega perché si è rifiutata di ospitare un incontro di promozione di un libro che considerava controverso, nonostante la grandissima spinta di marketing che lo sosteneva (il libro era American Dirt). I bibliotecari, scrive, prendono decisioni tutti i giorni su cosa comprare, cosa no, cosa mettere sugli scaffali e cosa dietro. Si sentono investiti di un ruolo formativo. Cercando quindi di includere più esponenti possibili della loro comunità e di lavorare di più su chi ha più bisogno di formazione: i ragazzi. Per questo non sono stupito di vedere le traduzioni del Piccolo principe in posizione apicale nelle biblioteche (su «la Lettura» #448, in edicola e nell’App, una visual data di Giulia De Amicis mostra che il libro di Antoine de Saint-Exupéry, nato il 29 giugno di 120 anni fa, è il primo tra i volumi più tradotti nei cataloghi delle biblioteche mondiali).
È un’idea, il catalogo, nata nel XX secolo, grazie soprattutto al forte impulso della Library del Congresso degli Stati Uniti e (in Europa) di quelle di Londra e Parigi. Il piccolo principe fu stampato inizialmente in lingua inglese, a New York, per Reynal & Hitchcock. Ovvero nella lingua principe della catalogazione mondiale. Ha un linguaggio molto semplice, parla di valori universali, ed è scritto in piena Seconda guerra mondiale da un aviatore francese in odore di servizi segreti. Come ciliegina, è ambientato in quei territori d’oltremare che la Francia considerava ancora suoi: nei deserti del Nord Africa. In pratica, è il libro perfetto, a patto di saper usare il catalogo per spingere (o far spingere) ciò che si considera importante.
ùSe guardate i dati, gran parte degli altri libri più diffusi sono di matrice anglosassone, e per ragazzi: Ivanhoe, David Copperfield, Oliver Twist, La fattoria degli animali, la Brontë, Huckleberry Finn & Tom Sawyer. Moby Dick. Uno dei tre libri ambientati in Italia è di Hemingway. Che Frankenstein si svolga in Svizzera è praticamente solo un’accidente, come il Codice da Vinci a Parigi (la Gioconda è lì). Mentre i nostri cugini francesi sembrano molto bravi (più di noi di sicuro), a far leggere in tutto il mondo la Francia raccontata dai francesi: da Victor Hugo a Balzac, da Stendhal a Flaubert, senza dimenticarci quei ragazzacci dei tre moschettieri.
Di: Pierdomenico Baccalario
Corriere della sera
29 Giugno 2020
https://www.corriere.it/la-lettura/20_giugno_28/antoine-saint-exupery-nasceva-120-anni-fa-il-piccolo-principe-ancora-libro-piu-diffuso-biblioteche-f467e942-b927-11ea-833a-4aa0b84c60da_preview.shtml?reason=unauthenticated&cat=1&cid=dgOvoN-O&pids=FR&credits=1&origin=https%3A%2F%2Fwww.corriere.it%2Fla-lettura%2F20_giugno_28%2Fantoine-saint-exupery-nasceva-120-anni-fa-il-piccolo-principe-ancora-libro-piu-diffuso-biblioteche-f467e942-b927-11ea-833a-4aa0b84c60da.shtml