Con la buona ragione, laddove è giustificata, di combattere ogni forma di razzismo, l’Europa vuole penalizzare i bianchi e tutti coloro che credono nella differenza sessuale biologica (fedeli cristiani o meno).
La pratica dell’utero in affitto cominciò negli Stati Uniti nel 1979 (R. Lacayo, Is the womb a rentable space? An emotional court case centers on surrogate births), l’anno dopo la nascita della prima bimba in provetta. Da allora il mercato si è assestato: da un lato clienti benestanti, per lo più occidentali, eterosessuali o omosessuali, coppie o single. Dall’altro donne di Paesi poveri, reclutate da intermediari.
Le reazioni all’imprevisto, se non al trauma, della pandemia, si può dire che siano state di due tipi. La differenza tra esse sta in una parola: speranza.
Per il vaccino anti Covid la parola d’ordine è una e netta: fare in fretta. Non a caso tra gli addetti ai lavori si parla di “corsa al vaccino”. Ma in Medicina, come in altre scienze, la fretta è un atteggiamento anti-scientifico. Questa fretta viene giustificata
dallo stato di emergenza, ma ormai è chiaro che i vari focolai epidemici hanno un decorso tipico, che porta in conclusione all’azzeramento dei morti e dei contagi. Ma è in corso – lo sappiamo bene – una fortissima campagna propagandistica tendente a mantenere uno stato di paura del ritorno del virus.