Cinquestelle senza vergogna: da sempre “no tutto”, ora vogliono il tunnel sullo stretto. È il movimento della capovolta.
Il presidente di Assosistema Marco Marchetti: «Dal governo non c’è nessuna indicazione sulle scorte o sulla necessità di mantenere qui o in Europa una certa quantità di Dispositivi di protezione». Poi chiede ai ministri della Salute e dell’Ambiente di spingere sui Dpi riutilizzabili.
Le elezioni regionali sono alle porte ed entro venerdì bisogna chiudere le liste. I partiti di governo sono in fibrillazione perché, guardando i disastrosi sondaggi, temono una figuraccia. Nelle sei regioni decisive per il voto (la Valle d’Aosta fa storia a sé) il
centrosinistra viene dato in netto vantaggio solo in Campania, con Vincenzo De Luca, “sceriffo anti-Covid” peraltro per nulla amato dai partiti di governo. Nel resto delle sfide, il centrodestra può vincere un po’ ovunque, anche in Toscana, da sempre roccaforte rossa.
Sono già dei mesi che i medici sul campo segnalano che il virus si è come spento, ha perso la carica virale, che i decessi sono decisamente calati sia nei paesi del lockdown sia in quelli più blasé, e che le terapie intensive sono vuote. Allora che fanno i media mainstream? Danno i numeri dei malati e dei decessi? No, parlano di “casi”.
La riflessione di Hanna Arendt alla luce del recente lockdown
È noto che il Potere ama imporsi anche attraverso un uso strumentale dei mezzi di comunicazione, piegandoli alle due funzioni caratteristiche di ogni sistema totalitario: censura e propaganda. In quest’ottica le notizie vengono presentate dal regime secondo una versione che assume la veste di verità assoluta, anche se prescinde dalla realtà oggettiva dei fatti. Questo processo è pericoloso perché fa perdere agli individui un’autonomia di giudizio critico della realtà.
Per un errato concetto di misericordia, negli ultimi tempi sembra che la parola “tolleranza” voglia dire che tutto è permesso. “Vietato vietare”, dicevano gli agitatori del Sessantotto. Ecco che allora ci fa molto pensare un documento promulgato esattamente settant’anni fa dal grande Pio XII: Humani Generis (12 agosto 1950), “circa alcune false opinioni che minacciano di sovvertire i fondamenti della dottrina cattolica”.
Una ordinanza dichiara chiuse fino al 7 settembre le discoteche per rischio diffusione corona virus: ma si muore anche senza pandemia Ha ragione Linus, ex dj e direttore di Radio Deejay a dire che esistono altri modi per divertirsi, dopo aver letto sui giornali posizioni scandalizzate per la chiusura delle discoteche, “i ragazzi hanno diritto di vivere”. Vivere o morire? Rimbambirsi o provare la bellezza del divertimento autentico? Siamo onesti una volta tanto e diciamo che le discoteche, così come sono diventate, andrebbero chiuse sempre, non solo in pandemia.