L’iter solo nella prima parte si svolgerà in Italia. Per le successive fasi serviranno “grandi numeri” e già si guarda, con ogni probabilità, a test in Sud-America dove l’epidemia è in crescita.
Taglio del nastro all’Istituto Lazzaro Spallanzani Inmi di Roma per la sperimentazione clinica del primo vaccino anti Covid tutto italiano: inoculato sul primo (una donna) dei 90 volontari selezionati tra migliaia di individui disponibili per la Fase I, il GRAd-COV2 ideato, prodotto e brevettato dall’azienda di biotecnologie ReiThera nel tecnopolo di Castel Romano inizia il suo iter che solo nella prima parte si svolgerà in Italia: per le successive fasi serviranno “grandi numeri” e già si guarda, con ogni probabilità, a test in Sudamerica dove l’epidemia è in crescita.
La Fase 1 anche a Verona e negli ospedali di Piacenza e Cremona
A raccontare l’avvio è Francesco Vaia, direttore sanitario dell’Istituto per le malattie infettive con cui ReiThera ha lavorato in stretta collaborazione e attraverso il quale sono arrivati i primi otto milioni di finanziamento da Regione Lazio e ministero della Ricerca-Cnr. E’ qui, oltre che al Policlinico G.B. Rossi di Verona e negli ospedali di Piacenza e Cremona, che si svolgerà la Fase 1 su due fasce di 45 volontari rispettivamente tra i 18 e i 55 anni e over 65, ripartite a loro volta in tre sottogruppi da 15 persone ciascuno ai quali sarà somministrato un diverso dosaggio del preparato vaccinale. Intanto «è stata iniettata la prima dose – spiega Vaia – e questa prima persona volontaria dopo essere rimasta sotto osservazione sarà monitorata a casa. Il prossimo 26 agosto ci saranno altri due volontari e a seguire tutti gli altri, per un totale di 24 settimane».
Seconda e terza fase in America Latina
«Dopodiché, se tutto andrà bene e secondo queste tappe molto veloci, si faranno la seconda e la terza fase in un Paese con elevato numero di contagi e dove il virus è in crescita, probabilmente in America Latina. In Italia al di là di quanto si dice in questi giorni non abbiamo tutti questi pazienti e malati».La Fase 2 e 3 della sperimentazione del vaccino italiano saranno unificate, così come – per accelerare la battaglia contro la pandemia – stanno facendo i principali attori in campo nella ricerca internazionale sul vaccino. A benedire l’intera operazione è il ministro della Salute Roberto Speranza: «Le intelligenze e la ricerca del nostro Paese sono al servizio della sfida mondiale per sconfiggere il Covid», mentre secondo il governatore Nicola Zingaretti, intervenuto alla presentazione con l’assessore alla Sanità Alessio D’Amato, «il progetto del vaccino italiano si inserisce al 100% dentro l’impostazione del ‘vaccino bene comune’. La Regione insieme al Miur – ha avvisato Zingaretti – seguirà passo passo l’evoluzione della sperimentazione così da arrivare il prima possibile ma con le garanzie scientifiche dovute alla produzione di questo vaccino e alla sua distribuzione». «L’Italia con questo vaccino entra da protagonista nella guerra dei vaccini – afferma poi il direttore scientifico dello Spallanzani Giuseppe Ippolito -. Avere un vaccino italiano significa non essere schiavi e servi di altri Paesi che diranno ‘io prima’».
Come funziona il vaccino
Il vaccino candidato ReiThera – spiegano dallo Spallanzani – ha superato i test preclinici sia in vitro sia in vivo su modelli animali, che hanno evidenziato una forte risposta immunitaria e un buon profilo di sicurezza, e successivamente l’avvio delle sperimentazioni sull’uomo. Il GRAd-COV2 utilizza la tecnologia del “vettore adenovirale non replicativo”. Il vettore virale, incapace di auto-replicarsi e produrre infezioni negli esseri umani, agisce come un minuscolo “cavallo di Troia”, che induce transitoriamente l’espressione della proteina spike (S) nelle cellule umane. Attraverso questa proteina il coronavirus si lega ai recettori ACE2 sulla superficie delle cellule polmonari, penetrandoli e replicandosi. La proteina spike trasportata dal vettore virale innesca la risposta del sistema immunitario contro Sars-CoV-2.I ricercatori che hanno creato il vaccino nel 2014 hanno una lunga esperienza nella tecnologia dei vettori dei vaccini e in precedenza utilizzavano gli adenovirus di scimpanzé come “veicoli spaziali” che trasportano il materiale genetico necessario per realizzare vaccini contro malattie infettive come l’epatite C, la malaria, il sinciziale respiratorio virus ed Ebola.
Isolato un ceppo di virus del gorilla
Sulla base di questa esperienza, ReiThera ha sviluppato un nuovo vettore virale, GRAd32, isolando un ceppo di gorilla adenovirus che negli studi preclinici ha generato una notevole risposta immunitaria contro le proteine veicolate, sia umorali che cellulari, con un buon profilo di sicurezza. Questo virus, innocuo per l’uomo, è stato manipolato geneticamente, cancellando la sua capacità di replicazione e inserendo la proteina Sars-CoV-2 Spike, che è l’obiettivo principale del sistema immunitario umano quando il coronavirus entra nel corpo. Una volta iniettato nelle persone, questo virus modificato innescherà la produzione di anticorpi contro il virus Sars-CoV-2. Altri vaccini a base di vettori virali scimmieschi, come l’adenovirus dello scimpanzé, sono già stati valutati in studi clinici di fase 1 e 2 per altri vaccini candidati, dimostrando di essere sicuri e di generare risposte immunitarie coerenti anche con una singola dose di vaccino.
Barbara Gobbi
Il Sole 24 ore
25 Agosto 2020