Due notizie solo apparentemente insignificanti. La prima. “Mio figlio in rosa” è un blog di una madre che sta crescendo il suo secondogenito maschio come una femmina. GenderLens è invece un sito che vuole aiutare i bambini a vivere «la propria identità di genere», qualsiasi essa sia.
Le nuove linee guida incidono sulla sostanza della 194: un intervento che richiederebbe non una circolare, com’è accaduto, ma un confronto parlamentare. È la tesi – che collima con quella firmata ieri su Avvenire da Eugenia Roccella e Assuntina Morresi – espressa da Alberto Gambino, giurista e presidente di Scienza & Vita.
Il protocollo di sicurezza degli esperti non prevede però la chiusura automatica di tutta la scuola. Ecco il documento per capire che succede se si scopre un caso.
Il capo del Comitato tecnico scientifico: trend ampiamente previsto. La curva è in lenta ascesa, sull’onda di un’estate «da liberi tutti», ma per ora l’epidemia è sotto controllo.
Cinquestelle senza vergogna: da sempre “no tutto”, ora vogliono il tunnel sullo stretto. È il movimento della capovolta.
Il presidente di Assosistema Marco Marchetti: «Dal governo non c’è nessuna indicazione sulle scorte o sulla necessità di mantenere qui o in Europa una certa quantità di Dispositivi di protezione». Poi chiede ai ministri della Salute e dell’Ambiente di spingere sui Dpi riutilizzabili.
Le elezioni regionali sono alle porte ed entro venerdì bisogna chiudere le liste. I partiti di governo sono in fibrillazione perché, guardando i disastrosi sondaggi, temono una figuraccia. Nelle sei regioni decisive per il voto (la Valle d’Aosta fa storia a sé) il
centrosinistra viene dato in netto vantaggio solo in Campania, con Vincenzo De Luca, “sceriffo anti-Covid” peraltro per nulla amato dai partiti di governo. Nel resto delle sfide, il centrodestra può vincere un po’ ovunque, anche in Toscana, da sempre roccaforte rossa.
Sono già dei mesi che i medici sul campo segnalano che il virus si è come spento, ha perso la carica virale, che i decessi sono decisamente calati sia nei paesi del lockdown sia in quelli più blasé, e che le terapie intensive sono vuote. Allora che fanno i media mainstream? Danno i numeri dei malati e dei decessi? No, parlano di “casi”.
La riflessione di Hanna Arendt alla luce del recente lockdown