In molte regioni la lista d’attesa è già arrivata a novembre. E medici e farmacisti litigano su dove fare l’iniezione.
I Centri di aiuto alla Vita (CAV) entrano negli ospedali pubblici. L’ostracismo a cui sono state condannate le strutture informative e assistenziali di emanazione dei movimenti pro life sembra finalmente vedere una fine almeno per quanto riguarda la Regione Piemonte, che nelle ultime settimane si sta distinguendo per una marcata propensione alle politiche in favore della vita nascente. Anzitutto decidendo di non seguire le linee guida del ministro Speranza sulla somministrazione in day hospital della pillola RU 486 e in secondo luogo dando attuazione integrale alla legge 194, che resta pur sempre una legge ingiusta che consente la soppressione di esseri umani, ma aprendo le porte al Progetto Gemma che non era mai riuscito a entrare prima.