Il giornalismo si nutre di fonti ufficiali e di fonti confidenziali. Quelle ufficiali devono assicurare un puntuale e trasparente aggiornamento dei fatti, tanto più in situazioni eccezionali come quella che stiamo vivendo da mesi. Sulla pandemia i cittadini hanno il diritto di sapere tutto, al fine di poter affrontare in modo adeguato le criticità che vivono quotidianamente. In Campania, però, e forse non solo in Campania, questa trasparenza latita e si registrano anzi tentativi di censura delle notizie normalmente fornite da parte degli addetti ai lavori. Il tutto a danno dei cittadini e del loro diritto ad essere correttamente informati.
Su iniziativa della ministra per l’Uguaglianza Irene Montero (Podemos) la legge spagnola sull’aborto sta per perdere una importante garanzia per le più giovani.
Il Comune di Iseo ha deciso di sostenere economicamente le donne che decidono di non abortire. La mozione – presentata dall’assessore al Bilancio Giovanna Prati – è immediatamente salita alla ribalta della cronaca nazionale. Oltre allo stanziamento di una cifra mensile per le donne che decidono di tenere il bambino, il Comune di Iseo stabilisce nel Bilancio «un finanziamento adeguato» per quelle associazioni che istituiscano sul territorio progetti di aiuto alla vita nascente. Vengono citati espressamente i Centri di Aiuto alla Vita (Cav) e il Movimento per la Vita. Nella stessa mozione, inoltre, la maggioranza si impegna a «istituire le Festa della Famiglia e la Festa della Vita».
Montesano, Celentano, Paragone, Maddalena, Cunial, Fusaro, Marione e Di Bella. I protagonisti della “Marcia della Liberazione” sono personaggi che a vario titolo hanno avuto un posto nella storia del movimento grillino.
In molte regioni la lista d’attesa è già arrivata a novembre. E medici e farmacisti litigano su dove fare l’iniezione.
I Centri di aiuto alla Vita (CAV) entrano negli ospedali pubblici. L’ostracismo a cui sono state condannate le strutture informative e assistenziali di emanazione dei movimenti pro life sembra finalmente vedere una fine almeno per quanto riguarda la Regione Piemonte, che nelle ultime settimane si sta distinguendo per una marcata propensione alle politiche in favore della vita nascente. Anzitutto decidendo di non seguire le linee guida del ministro Speranza sulla somministrazione in day hospital della pillola RU 486 e in secondo luogo dando attuazione integrale alla legge 194, che resta pur sempre una legge ingiusta che consente la soppressione di esseri umani, ma aprendo le porte al Progetto Gemma che non era mai riuscito a entrare prima.
LA REPUBBLICA- Coronavirus, gli scienziati disegnano quattro scenari per la seconda ondata del virus
Il Comitato tecnico scientifico ha preparato un documento che prevede cosa fare di fronte al crescere del contagio. Si va dai test alle zone rosse e alla chiusura di scuole, università ed esercizi commerciali. L’ipotesi più grave scatta con Rt sopra all’1,5 per almeno tre settimane. Ieri 2.257 casi