La Cina sta diventando un Paese sempre più chiuso al mondo esterno, specialmente per quel che riguarda le confessioni religiose. Dall’espulsione dei missionari, per volontà di Mao, nel primo anno del regime comunista, la vita dei religiosi stranieri non è mai stata facile. Dopo un periodo di prime timide aperture dei decenni scorsi, le autorità del Partito Comunista hanno ricominciato a vedere missionari e gruppi religiosi con contatti all’estero come “spie” e “infiltrati”, da espellere e trattare alla stregua di criminali. La bozza della nuova legge che regola le “attività religiose straniere nella Repubblica Popolare Cinese” costituisce un ulteriore giro di vite.