La storia sulle origini del coronavirus è ancora avvolta nel mistero e oggetto di speculazioni. La è ancor di più considerando che il regime comunista cinese ha nascosto l’inizio dell’epidemia, anche quando ne era al corrente, per almeno tre settimane a gennaio. Ma nuovi studi effettuati a Milano rendono la storia ancora più intricata. E soprattutto danno alla Cina l’opportunità di scaricare la colpa sull’Italia.
Ogni giorno la chiusura di ristoranti e di esercizi commerciali, oppure l’azzeramento dei redditi per chi svolge un lavoro autonomo o a partita Iva, diventa un’ultima trincea che crolla, nella disperazione o nella rabbia. La lotta tra più garantiti e meno garantiti esiste. Non c’è niente di sorprendente che la politica ne rifletta le conseguenze.
Risorse distribuite a pioggia senza una vera strategia. Sabino Cassese contro la manovra del governo giallorosso
Non si può sapere, oggi, quanto ancora si dovrà avere a che fare con il Covid e con le sue implicazioni che, ormai è chiaro, riguardano la salute intesa nella sua totalità, ma risulta evidente l’esigenza di un intervento tempestivo da parte delle istituzioni per tutelare il diritto alla salute psicologica che appare ancora appannaggio di pochi ma invece è una necessità che riguarda molti.
Con i drammatici fatti accaduti nelle scorse settimane prima a Ragusa, dove un neonato è stato trovato in un sacchetto della spazzatura, poi nella periferia di Trapani, dove una giovane madre, strappato il cordone ombelicale, pare abbia gettato via il figlio, ancora nella placenta, dalla finestra del quinto piano di un residence, si è riproposto con urgenza all’attenzione di ciascuno un fenomeno di cui si parla poco ma, purtroppo, mai del tutto superato: quello appunto dell’abbandono dei neonati, che non di rado giunge perfino alla loro uccisione.