La vicenda della cosiddetta “variante inglese” del virus Covid-19 è solo l’estremo segno di quanto ormai in molti paesi occidentali il dibattito sull’”emergenza sanitaria” sia ormai stabilmente inquinato da elementi del tutto irrazionali, da suggestioni ancestrali, non più riconducibili alla razionalità pratica che dovrebbe governare le scelte di governo concernenti l’interesse collettivo.
“Ciò che queste persone (gli attivisti Lgbt) stanno facendo è abolire la realtà”. Non è l’affermazione di un vescovo o di un documento della Chiesa Cattolica contro l’ideologia gender e a difesa della legge naturale, ma di una delle donne più importanti del movimento femminista spagnolo, fondatrice del partito femminista del paese.
In tempi di crisi le masse nella società civile tendono inevitabilmente a far convergere illusoriamente in politica le proprie speranze di salvezza in un demiurgo, un taumaturgo, un “salvatore della patria”, che risolva provvidenzialmente, con granitica certezza, la matassa inestricabile dei funesti guai che le affliggono.