“In questi giorni il lockdown pare inevitabile. Ma se la Cina non lo avesse fatto, l’anno che abbiamo vissuto sarebbe stato molto diverso”. A pronunciare questa frase è Neil Ferguson, dell’Imperial College, uno dei principali strateghi e proponenti della strategia di chiusura. Lo ha affermato in una intervista rilasciata al Time che involontariamente è una delle più limpide dimostrazioni di come “l’inevitabile” fosse ritenuto “impossibile” fino a meno di un anno fa. L’anno sarebbe stato certamente molto diverso, se non fosse partito l’effetto imitazione della Cina, ma sarebbe stato peggiore? Ciò che sottolinea Ferguson è ancor più inquietante per noi, perché ritiene che sia stata proprio l’Italia del governo Conte a lanciare il modello cinese anche in Occidente.
Se non si trattasse di una richiesta vera, si potrebbe ridere per l’ironia del messaggio, che smonta da sé – come un autogol verbale – la richiesta stessa. Sì, perché la trovata del gruppo “Non una di meno transterritoriale Marche” che chiede l’aborto per tutti, anzi «per tuttu» (non è un refuso, bensì una delle bizzarrie della neolingua Lgbt), e soprattutto la «Ru486 da asporto e teleaborto», potrebbe apparire ad un alieno come una parodia delle stesse istanze abortiste. E invece no, si è fuori dall’ironia.
Stop alle interruzioni di gravidanza con consulto online e invio di pillole via posta. I giudici ripristinano il protocollo Fda revocato da un giudice a causa della pandemia Leggi
Si è tornati a parlare del riscaldamento globale causato dall’uomo, ma senza tenere conto di alcuni dati sull’andamento del clima Leggi
5 società scientifiche di ginecologia e ostetricia italiane firmano un documento congiunto ad interim