Oltre 20 milioni di vaccinati e numero più basso di contagi da settembre. E Johnson punta a rafforzare ulteriormente il piano sanitario Leggi
Il successo o meno dei vaccini lo sapremo osservando direttamente la gente. Come? Bisogna svolgere indagini sierologiche periodiche su campioni di vaccinati Leggi
IL SUSSIDIARIO – SVOLTA ANTI-LOCKDOWN/ “Vaccini, telecamere e 4 regole per dire addio alle chiusure”
Accelerare sui vaccini, telecamere anti-assembramento nei ristoranti e 4 regole del “modello inglese”: così si può evitare il lockdown e riaprire l’Italia. Intervista a Girolamo Sirchia.
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Csi, Anspi e Noi Associazione: le nostre attività colpite dalle chiusure, calo di iscritti, costi alti, pochi aiuti Nessuno si arrende, ma per ripartire «ora servono finanziamenti a fondo perduto» Leggi
Tra gli auspici degli italiani più ragionevoli e animati da buon senso c’è quello di veder cessare, in concomitanza con l’avvento del nuovo governo, il festival della virologia a reti unificate. Allarmismi, terrorismo mediatico e sensazionalismo spregiudicato di scienziati che pontificano sul virus a ogni piè sospinto sono gli ingredienti dominanti nella programmazione televisiva pubblica e privata. I principali broadcaster sollevano quotidianamente polveroni per attirare l’attenzione e tenere inchiodati ai teleschermi milioni di italiani, nella speranza di convincerli che i lockdown sono l’unico antidoto alla malattia collettiva. Leggi
I primi due cambiamenti che ho notato rispetto al passato, è che nelle epidemie di una volta venivano isolati i malati e coloro che erano sospettati di portare la malattia; non venivano isolati i sani perché non si ammalassero. Tutte le nostre città hanno ancora gli antichi lazzaretti, dove venivano concentrati gli appestati; le città di mare come per esempio Venezia hanno istituito luoghi di quarantena dove venivano fatte sostare le persone e le merci che avrebbero potuto portare un’infezione in tempo di pestilenza. Venivano anche sospese certe manifestazioni, come le processioni religiose. Leggi
A un anno dal primo caso di paziente positivo al virus, a Codogno, in Lombardia, l’incertezza resta la nota dominante della gestione della pandemia. Nelle ultime ore, l’enfasi è stata posta soprattutto sull’esigenza di accelerare il più possibile la campagna vaccinale di massa, al fine di poter al più presto tornare alla normalità, mentre è mancato il classico bilancio che si fa in anniversari come questo. E se questo bilancio fosse stato fatto da qualcuno con un po’ di onestà intellettuale si sarebbe forse posto l’accento sugli errori commessi dalle istituzioni nella gestione dell’emergenza Covid. Leggi
I morti usati per controllare i vivi, il disprezzo per il lavoro, l’astio per chi si ribella al divano. «Che visione meschina e materialista dell’uomo. Qui si rischia la pelle e non per solo per il Covid». Intervista a Claudio Risé Leggi