Dai giornali pubblicati nelle scorse settimane ho appreso che Dante è stato un rivoluzionario, anche se nessuno lo dice chiaramente.
In che senso? In quello dell’intervista rilasciata a Bruno Giurato del quotidiano Domani dalla dantista Teodolinda Barolini. Quello delineato dalla docente alla Columbia, già presidente della Dante Society dal 1997 al 2003, è un quadro di un Dante poeta-pensatore radicale e anticonformista.
Siamo nel settecentesimo anniversario della morte del Sommo Poeta e il minimo che si possa fare è scriverne, leggerne, farlo conoscere il più possibile alle nuove generazioni.
L’accademica spiega che Dante era un gran cervello che riuscì a superare la cesoia della censura grazie all’uso sapiente della mitologia classica e dell’allegoria. Quindi dobbiamo riconsiderarlo come scaltro e maliziosetto.
Era super-moderno, Dante, contro i classici stereotipi, dato che dava alla protagonista femminile il diritto di parola, mentre per i canoni del tempo la donna restava muta e angelicata. Beatrice «non fa che parlare. E riconosce i dubbi di Dante secondo il suo “infallibile avviso”. Posizione rivoluzionaria» si precisa nell’articolo.
Per la dantista, Beatrice conserva sempre le tracce dell’erotismo del primo incontro e resta, anche nel Paradiso, «una fonte di desiderio erotico». Addio totale alla donna angelicata, ma s’era già capito.
Restiamo sul piano carnale, perché Barolini tiene ad un’altra precisazione. Nell’Inferno, Dante sviene dopo aver sentito la storia di Paolo e Francesca, nel turbine dei lussuriosi. Lui, lussurioso fra i lussuriosi, secondo la dantista…
«Siamo tradizionalmente consapevoli del fatto che Dante fosse un lussurioso – si legge nell’intervista – e che avesse sperimentato personalmente, in vita, la condizione di chi la “ragion sommette al talento”, cioè di chi sottomette la ragione al desiderio. Nel mio commento al canto XX dell’Inferno sul sito della Columbia University ho inserito un brano di Benvenuto da Imola, in cui si dice che Dante viene meno davanti agli indovini perché amava l’astrologia. A guardarla nell’insieme tutta la Commedia è una profezia».
Proseguendo nell’allucinante intervista, il giornalista tocca l’argomento del momento, la questione omosessuale.
«È vero che Dante, nell’Inferno, mette gli omosessuali tra i violenti contro la natura – spiega l’accademica -. Ma è anche vero che, nel Purgatorio, gli omosessuali stanno tra i lussuriosi, un’aggiunta scomoda. Perché nel Purgatorio Dante utilizza un’organizzazione basata sul concetto cristiano dei sette vizi capitali, che certo non prevedeva omosessuali tra i lussuriosi penitenti».
Poi la domanda del secolo: è presumibile che ci siano omosessuali in Paradiso? La risposta è il trionfo dell’arcobaleno in terra.
«Non è presumibile, è così. Tutte le anime nel Purgatorio stanno preparandosi per il Paradiso».
Ed eccoci al punto. Secondo la dantista, Dante pone gli omosessuali in Paradiso. Certo, la studiosa spiega che «non è il mio compito giudicare qualcuno vissuto settecento anni fa dalla prospettiva di come vediamo le cose oggi».
Sta di fatto che per l’autrice, tra l’altro, de La Commedia senza Dio (un titolo già di per sé assurdo): «Quella di Dante è un’ideologia scomoda, e un’ideologia scomoda tende a essere o riconfigurata o ignorata».
Quindi avremmo travisato Dante per secoli…
Ora, però, abbiamo questa immensa possibilità di redimerci. Fortunati siamo ad avere certi intellettuali che, finalmente nel 2021, smettono di ignorare aspetti della Divina Commedia e la ri-riconfigurano, riportandoci un Dante beone e lussurioso, che brama una Beatrice tutta carne, mentre cori di omosessuali lanciano coriandoli e fiori dal Paradiso.
Immagino i prossimi tomi dedicati alla Divina Commedia, i prossimi libri di testo delle scuole. Non serve grande immaginazione. Ho paura.
Stiamo soccombendo sotto il peso dell’agenda arcobaleno. Stanno riscrivendo il nostro dna e la nostra cultura, pure in modo retroattivo!
Quindi un Dante, vissuto nel Trecento, sicuramente era a favore dei gay. Possiamo studiare, imparare, parlare di qualcosa che non sia connesso alla sessualità?
A scuola i nostri figli impareranno che gay è bello, gay è sempre stato e sempre sarà.
Io e te però continuiamo a sostenere i principi della Chiesa cattolica, che poi sono quelli della natura: maschio e femmina Dio li creò.
SOS Ragazzi si impegna a difendere le giovani generazioni dalle derive di fluidità sessuale e caos di genere. Costi quel che costi.
Un caro saluto,
Federico Catani
Direttore della campagna SOS Ragazzi