IL SUSSIDIARIO – “Il distanziamento non ha basi scientifiche”/ Studio MIT: “Ecco cosa conta davvero”

By 7 Maggio 2021Coronavirus

Il distanziamento sociale non ha basi scientifiche, sostiene uno studio del MIT. La variabile da tenere presente per il rischio contagio sarebbe un’altra. La distanza non aiuta più di tanto e dà anche un falso senso di sicurezza: si è al sicuro a 2 metri come lo si è a 18 se si è in casa. Tutti in quello spazio corrono più o meno lo stesso rischio, in realtà“. Gli scienziati hanno inoltre osservato che piuttosto di acquistare un nuovo sistema di filtrazione è altrettanto se non addirittura maggiormente efficace aprire le finestre o installare nuovi ventilatori per mantenere l’aria in movimento

Secondo un nuovo studio del MIT, le regole anti-Covid stabilite dall’Oms riguardanti il distanziamento sociale e la capienza dei luoghi chiusi “non hanno nessuna base scientifica“. Sono destinati a far discutere i risultati pubblicati dai ricercatori del Massachusetts Institute of Technology, secondo cui all’interno di un luogo chiuso (e ancora di più all’aperto), il rischio di contrarre il virus è lo stesso per tutti, a prescindere dalla distanza a cui si mantengono i presenti. Lo studio, di cui danno conto Cnbc e Daily Mail, sostiene infatti che “non c’è un grande vantaggio nella regola dei 2 metri, soprattutto quando le persone indossano mascherine“. A dirlo è stato Martin Z. Bazant, professore di ingegneria e matematica applicata, che insieme a John WM Bush, ordinario di matematica applicata, ha sviluppato un metodo per calcolare il rischio di esposizione al coronavirus all’interno di un ambiente chiuso considerando alcune variabili.

I due studiosi hanno preso in esame il tempo di permanenza in un determinato luogo, i sistemi di filtraggio, la circolazione dell’aria, l’immunizzazione, le varianti del Covid e l’uso della mascherina, combinando queste condizioni con le attività respiratorie in situazioni diverse (respirare, parlare, mangiare, cantare). Secondo il professor Bazant è emerso che la precauzione del distanziamento sociale “non ha una base scientifica: l’aria che una persona espira indossando una maschera tende a salire e scendere in altre parti della stanza, quindi si è quasi più esposti restando lontani“. Un vero e proprio paradosso che, se confermato, rischia di riscrivere i comportamenti anti-contagio per come li abbiamo conosciuti fino ad ora.

A detta degli studiosi, la principale discriminante per definire il livello di rischio contagio è la quantità di tempo trascorso al chiuso con un soggetto positivo. Bazant ha spiegato: “La nostra analisi mostra che molti spazi, oggi forzatamente chiusi, non hanno bisogno di esserlo. Spesso, lo spazio è abbastanza grande, la ventilazione è abbastanza buona, la quantità di tempo che le persone trascorrono insieme è tale che quegli spazi possono essere gestiti in sicurezza anche a piena capacità“. Lo scienziato giudica “semplicemente non ragionevoli” le regole basate sul distanziamento sociale di due metri che hanno portato alla chiusura di aziende e scuole: “Questa enfasi sulla distanza è stata davvero fuori luogo fin dall’inizio. Il CDC e l’OMS non hanno mai fornito una spiegazione per questo, hanno detto solo che questo è ciò che va fatto e l’unica giustificazione di cui sono a conoscenza, si basa su studi su tosse e starnuti, in cui si osservano le particelle più grandi che potrebbero sedimentare sul pavimento e anche in questo caso è molto approssimativo, si può certamente avere un raggio più lungo o più corto, o goccioline di grandi dimensioni. La distanza non aiuta più di tanto e dà anche un falso senso di sicurezza: si è al sicuro a 2 metri come lo si è a 18 se si è in casa. Tutti in quello spazio corrono più o meno lo stesso rischio, in realtà“. Gli scienziati hanno inoltre osservato che piuttosto di acquistare un nuovo sistema di filtrazione è altrettanto se non addirittura maggiormente efficace aprire le finestre o installare nuovi ventilatori per mantenere l’aria in movimento. La comunità scientifica si dirà d’accordo con questo studio?

Dario D’Angelo

Il Sussidiario

28 Aprile 2021