Il Santo Graal è una coppa di agata prodotta in Siria nel primo secolo dell’era pre-cristiana, ritenuta il calice utilizzato da Gesù Cristo nell’Ultima Cena, oppure che ha contenuto il sangue versato dal Cristo in croce e raccolto da Giuseppe d’Arimatea. Giunse in Francia dopo varie peripezie per opera del diacono san Lorenzo martire e oggi è conservata nella cappella “Santo Caliz” nella Cattedrale di Valencia.
Santo Graal: da calice a ventre
Ma, in modo stravagante e bizzarro, a partire dal secolo XIX con il dramma “Parsifal” (1882) di Richard Wagnet e il film “Indiana Jones e l’ultima crociata” (1989) di Steven Spielberrg, il Santo Graal, mutò significato; da coppa a ventre femminile, precisamente quello di Maria Maddalena che avrebbe portato in sé la discendenza reale del Cristo. Tesi che all’inizio del XXI secolo tentò di giustificare anche Dan Brown con il romanzo thriller “Il Codice da Vinci” (2003) che ebbe un enorme successo editoriale con 46 milioni di copie vendute. E’ seguito anche un film, che pur essendo mediocre e grossolano, ebbe una discreta popolarità. Però, libro e film, sono zeppi di menzogne e di falsità storiche riconosciute da eminenti studiosi. In Italia, la editrice Mondadori, dalla terza edizione ha ritenuto opportune chiarire: “Questo libro è opera di fantasia. Personaggi e luoghi citati sono invenzione dell’autore. Qualsiasi analogia con fatti, luoghi e persone, vive o defunte è assolutamente casuale”.
Quattro idee che il thriller vuole trasmettere al lettore.
- Cristo non era Figlio di Dio; di conseguenza non è mai risorto. Era unicamente un uomo divinizzato dallo spregiudicato ed intraprendente imperatore Costantino. Brown, dunque, mette in dubbio la risurrezione di Gesù, il fondamento della fede cristiana.
- Gesù non era celibe ma sposato con Maria Maddalena dalla quale ebbe dei figli, fuggiti dopo la sua morte del Cristo in Francia essendo perseguitati dagli apostoli. Braun giustifica la sua tesi: “Il costume dell’epoca imponeva virtualmente a un ebreo di essere sposato” (pg. 49). In verità, mentre nelle culture antiche il matrimonio era un passo obbligatorio, tra gli ebrei non era così. In Israele, pur essendo il celibato un’eccezione, non era sorprendente né tantomeno proibito che un uomo o una donna rimanessero celibi per amore di Dio. Si pensi ad esempio alla comunità degli Esseni o a quella che abitava a Qumram. Ebbene, gli ebrei, non proibivano il celibato come afferma Dan Brown che giustifica la sua teoria riferendosi all’Ultima Cena di Leonardo. Secondo l’autore del Codice da Vinci, quello raffigurato alla destra di Gesù non è Giovanni l’evangelista ma la Maddalena che evidenzia dal viso femminile e non maschile essendo privo di barba, scordando che san Giovanni era molto giovane quando Gesù morì. Questa teoria, però, fu subito smentita da tutti i critici d’arte.
- Brown se la prende pure con l’imperatore Costantino; cosa ha combinato?
Ha sacrificato i vangeli gnostici che riportavano l’imbarazzante verità che Gesù era solo uomo e non Figlio di Dio e quindi sposato con la Maddalena, facendoli sparire e sostituendoli con i vangeli canonici. Lo scrittore statunitense di thriller giustifica le sue affermazioni con due menzogne. La data di stesura. Per Brown furono scritti prima i vangeli gnostici e poi quelli canonici. Un fatto inattendibile poichè i testi canonici furono redatti tra il 50 e l’80 dopo Cristo; quelli apocrifi nel secondo secolo dopo Cristo, cioè parecchie decine di anni dopo la morte di Gesù. Concilio di Nicea. Per Brown l’imperatore Costantino presiedette il Concilio di Nicea, sostituendo i vangelo aprocrifi con quelli canonici, mentre, questo Concilio, non si occupò di Sacre Scritture ma di problemi dottrinali, discutendo la questione relativa al Dio unico in tre persone distinte: Padre, Figlio e Spirito Santo. Il nostro statunitense, sempre riguardo a Costantino, scrisse anche un altro falso storico. “Nell’anno 325 Costantino decise di unificare Roma sotto una sola religione, il cristianesimo” (pg. 64). Ma i fatti sono diversi, poiché il cristianesimo divenne religione ufficiale dell’Impero con il regno di Teodosio nel 380, quarant’anni dopo la morte di Costantino che nel 313, l’anno dopo la battaglia di Ponte Milvio con l’Editto di Milano riconobbe unicamente la legalità della religione cristiana; cioè accordò la libertà religiosa. Mostrò certamente una preferenza per la religione cristiana ma quella pagana rimase quella ufficiale.
- Infine, nella fantasia di Brown, è presente una discendenza che da Gesù, partendo dai figli avuti con Maria Maddalena, giunge ai nostri giorni: il Priorato di Sion. E, la Chiesa, ha utilizzato ogni mezzo, compresi gli omicidi, per nascondere questo terribile fatto e per far scomparire la tomba di questa donna, che secondo Brown, fu infangata col il termine prostituta.
Ebbene, la Chiesa per coprire, celare e occultare il segreto del Santo Graal, nel corso della storia ma anche oggi è disposta che secondo alcuni autori non è un oggetto ma un segreto, è disposta a ordire ogni crimine.
Le menzogne sul Santo Graal, altro fango per la Chiesa
Il caso del Santo Graal, come le menzogne esaminate in altre Pillole di Saggezza, continuano a immettere nelle persone dei sospetti immotivati nei riguardi delle verità fondamentali del cristianesimo. Anche letture banali come “Il codice da Vinci” o di puro intrattenimento influenzano il modo di pensare maggiormente più di quelle che possiamo definire “letture formative”. Ammonisce uno studioso statunitense J.Hood: “Fai attenzione ai libri che leggi come alle compagnie che frequenti perché sia gli uni che le altre influiranno sulle tue abitudini e sul tuo carattere”. Ciò significa che le idee non sono innocue ma lasciano sempre delle conseguenze.
Concludiamo con alcune osservazioni dello storico Michael Hesemann che ripropone il reale significato del Santo Graal. “Proprio nell’estate del 2006, quando il mondo discuteva delle tesi blaspheme di Dan Brown, all’autentico Graal sono stati tributati straordinari onori. Papa Benedetto XVU a Valencia in occasione dell’incontro mondiale delle famiglie, visitò la cattedrale per farsi mostrare il Santo Calice nella cappella del Graal. Poco dopo parlando alla popolazione di Valencia dichiarò espressamente: ‘Ho sostato davanti alla reliquia rinomata del Santo Calice’, confermando in questo modo lo stato di reliquia del calice. Il giorno seguente, il 9 luglio 2006, celebrò la messa conclusive dell’incontro mondiale delle famiglie davanti a un folla di oltre due milioni di persone con il ‘Santo Caliz’ che forse un tempo fu il calice usato da Gesù. Così svelò il mistero del Santo Graal! Senza scalpore e con un gesto carico di significato. In totale contrasto con le banalità del Codice da Vinci” (Contro la Chiesa. Miti, leggende nere e bugie, pg. 176).
don Gian Maria Comolli
APPROFONDISCI
Il Codice da Vinci – Massimo Introvigne, Rino Cammilleri
l Codice da Vinci: provocazione anticattolica o realtà? Relatori: Rino Cammilleri – Massimo Introvigne Conferenza organizzata da Il Timone, mensile di apologetica, il giorno 22 ottobre 2005