Le riaperture ci restituiscono l’idea di una normalità tanto attesa, ma troppi ancora non vogliono vaccinarsi. Non abbassiamo la guardia
Il coprifuoco che slitta di un’ora, le palestre che stanno per riaprire, i ristoranti che potranno somministrare cibo anche all’interno: tutto questo ci restituisce lentamente un’idea di normalità che abbiamo aspettato tanto e che un po’ ci spaventa immaginare, visto che nel passato tentativi simili sono falliti dopo poche settimane a causa delle impennate dei contagi. Prima però era diverso, perché, con buona pace dei no vax, la campagna vaccinale è il motivo per cui possiamo guardare al futuro con moderata speranza. Campagna vaccinale che a grandi linee sta procedendo bene in tutta Italia, e a ritmi sostenuti come più volte caldeggiato dalla politica e dal mondo scientifico, tanto è vero che alcune regioni hanno aperto o stanno aprendo anche agli over quaranta, e a scendere.
Tutto molto bene, ma c’è un dato sul quale occorre riflettere: l’abbassamento dell’età media delle persone che si potranno vaccinare è un ottimo risultato, ma quanti tra sessantenni, settantenni e ottantenni mancano all’appello? Parecchi, pare. E attenzione perché qui non si parla di soggetti che hanno avuto difficoltà nella registrazione al portale, che non hanno ancora ricevuto la vaccinazione a domicilio o che in virtù di un contagio preferiscono rimandare la data dell’inoculazione. Non si sta nemmeno parlando dei no vax, ma si sta parlando di persone che spinte da diversi motivi temporeggiano. Circolano molti dati riferiti a questa dinamica, dati che al momento riguardano regioni e precise fasce d’età ma che sarà interessante vedere accorpati per capire la dimensione del fenomeno.
Quello che è certo è che dietro la riluttanza ci sono da una parte delle resistenze legate alla sicurezza del vaccino – soprattutto di uno, rispetto al quale c’è stata una controinformazione pesantissima – dall’altra l’arroganza di pensare che se le persone intorno sono vaccinate allora anche chi non lo è beneficia di questa situazione. La scoperta dell’acqua calda, vien da dire! Ho già espresso la mia idea sul fatto che la vaccinazione dovrebbe essere un atto dovuto, e a quanto pare occorre ribadirla perché l’immagine dei cittadini che mandano avanti gli altri per proteggere sé stessi assomiglia alla morte della civiltà. E ripeto qui si tratta di persone che hanno fatto vaccinazioni obbligatorie e hanno fatto vaccinare i loro figli in anni in cui la scienza e la tecnologia erano lontane dai livelli attuali, ora però, nell’incertezza, meglio che le cavie siano altre.
Rosaria Iardino
IL FOGLIO
23 Maggio 2021