Gli autori sono estremisti islamici. Lo rende noto la onlus Porte Aperte / Open Doors che si occupa di cristiani perseguitati. Un video-choc testimonia il recupero dei corpi delle vittime
Un nuovo, sanguinoso episodio ha allungato sull’isola indonesiana di Sulawesi la catena di vittime di fede cristiana per attacchi coordinati da parte di estremisti islamici appartenenti a gruppi jihadisti. Ad essere decapitati questa mattina nel villaggio di Kalimago (Sulawesi centrale) sono stati quattro uomini tra i 42 e i 61 anni d’età. Tre di loro appartenevano a denominazioni protestanti: due alla Mamasa Toraja Church e uno alla Toraja Church, mentre un quarto era di fede cattolica.
Non ci sono state finora rivendicazioni, ma secondo il partner locale dell’organizzazione Porte Aperte/Open Doors che ha diffuso la notizia, presunto responsabile dell’ennesimo attacco sarebbe l’East Indonesia Mujahidinun, gruppo incluso dalle autorità nell’elenco delle organizzazione terroristiche.
Nel novembre 2020 altri cristiani erano stati uccisi a Sigi, nella stessa provincia. In quella limitrofa di Sulawesi meridionale, si colloca l’attacco suicida a una chiesa cattolica di Makassar lo scorso 28 marzo durante la messa per la Domenica della Palme. Nell’azione compiuta da una giovane coppia musulmana erano rimasti feriti una ventina di fedeli, morti invece gli attentatori, membri del movimento terrorista Jamaah Ansharut Daulah.
La notizia è accompagnata da un video dei soccorsi, che però Avvenire.it ha deciso di non pubblicare.
Stefano Vecchia
11 maggio 2021
https://www.avvenire.it/mondo/pagine/quattro-cristiani-decapitati-a-sulawesi-indonesia