Due anni fa Tiziana De Meis, un’insegnante romana allora di 56 anni, si sottopose a una mammografia di controllo. Il medico non rilevò niente di particolarmente allarmante, ma le raccomandò di ripetere l’esame dopo un anno. Quando quel momento arrivò, l’Italia era nel pieno del primo lockdown e Tiziana De Meis non osò neppure avvicinarsi a strutture ospedaliere che — lo sapeva — erano travolte dall’emergenza e piene di persone potenzialmente contagiose. L’insegnante romana aspettò ancora un altro anno, quando ormai avvertiva distintamente la presenza di un grosso corpo estraneo fra i tessuti del petto. La mastectomia è arrivata solo il mese scorso, dura, dolorosa, perché in ritardo di dodici mesi. Nel caso di Tiziana De Meis la rinuncia ai controlli è stata indotta dal clima nel Paese all’apice della pandemia. Ma in un’infinità di altri casi i pazienti non hanno potuto scegliere. Leggi
L’ampio piano della task force ministeriale per vivere con un virus che non se ne andrà: vaccini, terapie, stop al tracciamento ossessivo e alla conta di infetti, morti e ricoverati del giorno. Leggi
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