Accogliendo il ricorso dei legali di un tetraplegico 43enne, assistito dai radicali pro–eutanasia, i giudici hanno disposto la verifica dei requisiti dettati dalla Consulta. Forzandone la sentenza.
Il Belgio registra 5 suicidi al giorno, prima causa di morte nella fascia d’età 15-44 anni. E per prevenirli offre un’ipocrita serie di linee guida che disattende da 19 anni con l’eutanasia
ll 6 luglio scorso è stato approvato il testo base della proposta di legge dal titolo «Disposizioni in materia di morte volontaria medicalmente assistita» da parte delle Commissioni Giustizia e Affari sociali della Camera. Il testo unifica differenti proposte: quella di iniziativa popolare dei Radicali e quelle di altri parlamentari (Zan, Pagano, Cecconi, Rostan, Sarli, Sportiello, Rizzino)
A poco più di un anno dall’inizio di una pandemia che ha brutalmente smascherato gravi inefficienze e clamorosi ritardi nella sanità pubblica e privata del nostro paese, una parte del Parlamento avrebbe quindi deciso di riaprire a breve il dibattito sul fine vita. La scelta non può lasciare indifferenti, il momento che stiamo vivendo non è simile ad altri nel passato e la morte, spesso negata e poco visibile fino a quando non ci tocca personalmente, è ricomparsa all’improvviso dal backstage occupando tragicamente la scena del nostro quotidiano. La ripresa quindi di un dibattito parlamentare di questo tipo in tempo di emergenza sanitaria porta con sé una serie di domande.
Il Pd e il M5s spingono il Parlamento verso un pericoloso piano inclinato. Testo pronto. Fermarsi si può.
In Canada l’eutanasia serve a “curare” la solitudine Nel 2020 7.595 persone si sono fatte uccidere con l’iniezione letale. Uno su cinque non aveva problemi con il dolore derivante dalla malattia, ma con «solitudine e isolamento». Leggi