Viene praticata ormai da anni, soprattutto in Belgio, Paesi Bassi e Canada. Potremmo definirla l’eutanasia del buon samaritano. Si tratta di questo: il paziente chiede un trattamento eutanasico e poi fa sapere che donerà i propri organi.
Accogliendo il ricorso dei legali di un tetraplegico 43enne, assistito dai radicali pro–eutanasia, i giudici hanno disposto la verifica dei requisiti dettati dalla Consulta. Forzandone la sentenza.
Dal 17 marzo 2021, quando quando la nuova riforma della legge sulla eutanasia del Canada (Bill C-7) ha ricevuto il ‘Royal Assent’, il placet finale, la legge non richiede più che la morte naturale di una persona sia ragionevolmente prevedibile per accedere all’assistenza medica nel morire (MAID). I vescovi cattolici, dopo l’entrata in vigore della legge, lo scorso 8 aprile hanno diffuso una lettera aperta a tutti i fedeli per denunciare la tragica decisione del Parlamento, i pericoli insisti nelle nuove norme ed invitarli a contattare ogni parlmentare perchè si modifichino le norme appena approvate.
Mentre la Spagna approva la legge sull’eutanasia e la Francia si prepara a fare altrettanto, molte persone accettano di morire e di soffrire grazie a una compagnia tangibile che li sostiene.
Accorata supplica urbi et orbi, ai militanti tutti della vaccinocrazia e ai loro avversari, disertori e latitanti: finiamola con quest’infinita coda alla vaccinara. Lo dico a prescindere dalle singole convinzioni e dalle scelte in tema di vaccino. Abbiamo avuto la pandemia, abbiamo avuto la ricaduta, non se n’è ancora andata, temiamo che torni virulenta. Sono diciotto mesi, dico diciotto, che ne parliamo in maniera esagerata e ossessiva, che viviamo all’ombra del contagio e dei suoi rimedi. Perfino durante una guerra, eccetto i momenti più tragici, non si vive così sotto psicosi come facciamo noi con questo maledetto covid. In guerra si convive con le bombe, con le notizie dal fronte, con gli attacchi aerei e i combattimenti. Ma si fa anche altro, la vita continua. Il covid, invece, è diventato cronico ma resta il fatto del giorno, di ogni santo giorno.
La presentazione di Repubblica. del rapporto Gimbe: sul palcoscenico dei giornali italiani, Repubblica s’è scelto da tempo l’angolo prospettico dell’allarme permanente Leggi