I fondi dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, ma anche delle agenzie del farmaco europea (EMA) e americana (FDA), dipendono in gran parte dall’industria farmaceutica, così come la ricerca scientifica in ambito sanitario. Come ci si può dunque fidare se il controllato controlla il controllore?
La maggior parte degli studi, delle ricerche e delle sperimentazioni in ambito sanitario è finanziata dal settore privato, ovvero dall’industria farmaceutica (nel 2019 in Italia il numero di studi clinici indipendenti si è attestato al 23,2%). Scarsi e insufficienti sono i finanziamenti pubblici devoluti a favore della ricerca clinica, con la conseguenza che i ricercatori accademici e gli scienziati che possono permettersi di lavorare senza il sostegno interessato delle case farmaceutiche, costituiscono una piccola minoranza all’interno della comunità scientifica.
La “comunità scientifica” perciò, lungi dall’essere quell’ideale di meritocrazia e di confronto alla pari fra scienziati indipendenti che mettono a disposizione il proprio lavoro per il perseguimento del bene comune, è in realtà un luogo ove si perseguono in gran parte gli interessi dell’industria farmaceutica. L’industria farmaceutica controlla, ad ogni livello, ogni settore ed istituzione della sanità.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), l’organismo dell’ONU al vertice della sanità mondiale, contrariamente alla rappresentazione di autorità scientifica imparziale al servizio e tutela della salute dei popoli che ne fanno i principali mezzi di informazione, può essere considerata come un garante di interessi privati. Ed infatti ben 3/4 delle sue risorse finanziarie provengono direttamente o indirettamente dall’industria farmaceutica e dalle aziende produttrici di vaccini.
Se formalmente l’OMS è finanziato dai 194 Paesi membri dell’ONU con contributi fissi in base al PIL (congelati dal 1987), nella sostanza sono i contributi volontari (donazioni) di soggetti privati (aziende e fondazioni) la parte più consistente (quasi la totalità) delle entrate finanziarie dell’ente: ovvero 4,6 miliardi di dollari su un budget complessivo di 5,6 miliardi di dollari (clicca qui) .
A ciò si aggiunga che oltre 4,3 miliardi delle donazioni volontarie sono “legate a un progetto”, ossia sono destinate ai progetti specifici decisi dai donatori privati. Così è evidente che aziende farmaceutiche come Sanofi Pasteur e GlaxoSmithKline (che figurano nell’elenco dei principali finanziatori privati dell’OMS) e fondazioni, indirettamente finanziate dalle stesse case farmaceutiche, orientano tramite le proprie “donazioni” le politiche sanitarie dell’OMS a proprio vantaggio e tornaconto.
Peraltro, il maggiore finanziatore dell’OMS è Bill Gates, il quale, attraverso la sua fondazione “Bill & Melinda Gates Foundation” e GAVI Alliance (ente di cooperazione mondiale creato nel 2000 avente come scopo quello di diffondere “l’immunizzazione per tutti” attraverso i vaccini e come principale finanziatore la stessa fondazione “Bill & Melinda Gates”), di fatto controlla l’OMS e ne indirizza la politica, i programmi e le strategie sanitarie. Non si sottraggono a questa logica le agenzie di vigilanza del farmaco, come l’EMA e l’FDA.
Per il 2021 il budget annuale dell’EMA, l’Agenzia Europea per i medicinali, ammonta a 385,9 milioni di euro: il 14% dei fondi proviene dall’Unione europea, mentre la restante parte, l’86% delle risorse economiche di cui l’EMA dispone (circa 330 milioni), deriva da tasse e oneri (commissioni) pagate dalle stesse aziende farmaceutiche che desiderano immettere un medicinale sul mercato.
È evidente il conflitto di interessi che tale meccanismo di finanziamento crea, posto che il soggetto “controllante” (l’EMA) è direttamente finanziato dal soggetto “controllato” (azienda farmaceutica), e non vi è chi non veda come tale criterio di dipendenza economica sia lo strumento migliore di cui l’industria farmaceutica possa avvalersi per esercitare la sua azione di influenza, di pressione e di controllo sulle decisioni dell’Agenzia.
Tale conflitto di interessi mina certamente l’indipendenza e l’imparzialità dell’organismo che si occupa del monitoraggio e dell’approvazione dei medicinali distribuiti negli Stati dell’Unione.
La FDA (Food and Drug Administration), la principale Agenzia governativa degli Stati Uniti per il controllo sui farmaci e sugli alimenti, non fa eccezione a questo criterio di finanziamento. Il budget della FDA per l’anno 2019 è stato di 5,9 miliardi di dollari: circa il 55% (3,2 miliardi di dollari), del bilancio è fornito dall’autorizzazione del budget federale, mentre il restante 45%, (2,7 miliardi di dollari), proviene dalle tasse di utenza del settore. Le attività di regolamentazione dei farmaci umani rappresentano il 33% del budget della FDA; mentre il 65% di queste attività è pagato dalle tasse di utenza del settore.
Dunque anche sulla più importante agenzia di farmacovigilanza degli Stati Uniti pesano gravi conflitti di interesse, considerato che la quota maggioritaria (65%) delle risorse finanziarie, che la FDA destina per la vigilanza e l’approvazione dei farmaci ad uso umano, proviene da commissioni pagate dall’industria farmaceutica.
Tralasciando i conflitti di interessi che l’industria farmaceutica ha generato in ambito più particolare, ove la sua azione di ingerenza e influenza si è estesa in modo capillare fino a controllare enti ed istituzioni nazionali, nonché associazioni e società di medici, si evidenzia l’assoluta e grave anomalia che si è venuta a consolidare, a livello globale, negli ultimi decenni nel settore sanitario circa la mancanza di criteri e regole volti ad arginare lo strapotere delle multinazionali farmaceutiche.
In giurisprudenza, i principi di imparzialità e indipendenza costituiscono il fondamento giuridico di ogni decisione giudiziaria. L’indipendenza ed imparzialità dell’organo giudicante è sancita: dall’art. 6 della Convenzione Europea dei diritti dell’Uomo; dagli articoli 104 e 111 della Carta Costituzionale; dagli istituti della incompatibilità, astensione e ricusazione previsti dal codice di procedura civile e dal codice di procedura penale (artt. 51 e ss. c.p.c. e artt. 34 e ss. c.p.p.); dagli articoli 8 e 9 del codice etico dei magistrati; dal reato di istigazione alla corruzione previsto dall’art. 322 del Codice Penale che sanziona penalmente l’offerta o la promessa di denaro o qualsiasi altra utilità al pubblico ufficiale. A garanzia e tutela di codesti principi di indipendenza ed imparzialità, l’organo giudicante è finanziato esclusivamente dallo Stato (e per mezzo di esso dalla generalità dei cittadini).
In nessuno stato democratico si consentirebbe che un organo giudicante possa accettare denaro, doni o altra utilità da un privato e ancor meno da una delle parti coinvolte nel giudizio. Nessun cittadino tollererebbe di essere giudicato da chi non dà garanzie di assoluta indipendenza e imparzialità. E allora perché il cittadino si dovrebbe affidare ad organismi come l’OMS, l’EMA o l’FDA che prendono decisioni sulla vita e sulla sua salute, allorquando l’attività di tali enti è finanziata, direttamente o indirettamente, dall’industria del farmaco? Perché mai il cittadino si dovrebbe fidare della dichiarazione di pandemia e delle linee guida sanitarie in materia di vaccini assunte e imposte dall’OMS? Perché mai si dovrebbe fidare delle valutazioni e delle decisioni di enti come l’EMA e l’FDA in materia di sicurezza ed efficacia di farmaci e vaccini?
L’indipendenza e l’imparzialità dovrebbero valere ancor più in ambito sanitario ove in gioco c’è la vita e la salute dei cittadini. Si deve riflettere sul fatto che fra le tante opzioni di cura del covid-19 (terapie meno costose come il plasma iperimmune, farmaci in uso da anni, ecc.) tali enti abbiano scelto la via della prevenzione sanitaria a mezzo di un “vaccino”, se pur sperimentale. Il “vaccino” è un farmaco per tutti, persone fragili e sane, anziani e giovani, e certamente è il più redditizio per le case farmaceutiche, le quali grazie ad esso (e ai richiami periodici già in essere e/o programmati) stanno incrementando a dismisura i propri profitti, mentre i popoli si impoveriscono sempre più per effetto dei lockdown e delle chiusure forzate delle proprie attività.
Nel 1976 Henry Gadsen, direttore generale di una delle principali case farmaceutiche al mondo – la Merck – rilasciò la seguente dichiarazione alla rivista “Fortune”: «Il nostro sogno è produrre farmaci per le persone sane. Questo ci permetterebbe di vendere a chiunque». Quel sogno (o meglio quell’obiettivo) dell’industria farmaceutica oggi si sta realizzando…
Alessandro Rimoldi
28 agosto 2021
https://lanuovabq.it/it/oms-e-big-pharma-storia-di-un-conflitto-di-interessi