Il ministro della salute francese Olivier Véran ha reso noto che dal primo di gennaio del prossimo anno tutti i metodi contraccettivi – compresi alcuni che possono avere anche effetti abortivi – saranno gratuiti per le donne fino ai 25 anni. Non solo la contraccezione, ma anche i test di gravidanza e le visite mediche. Il tutto in modo anonimo: in tal modo mamma e papà non potranno sapere nulla. Il World Economic Forum sul suo profilo Twitter ha elogiato l’iniziativa.
Il ministro ha spiegato sull’emittente televisiva nazionale France 2 che una buona fetta di giovani donne non usa metodi contraccettivi per i suoi costi. Affermazione respinta dal centro d’informazione della Fondazione Jérôme-Lejeune.
Dal 2013 le ragazze dai 15 ai 18 anni già possono accedere ai contraccettivi in modo gratuito e anonimo. Dal luglio dello scorso anno anche le ragazze dai 12 ai 14 possono farlo. Rimanevano fuori le giovani donne dai 18 ai 25 anni, ma il ministro Véran “è corso ai ripari”. In tal modo la fascia di età più fertile è quella più interessata dai diserbanti contraccettivi. Un bel servizio alla denatalità. Costo dell’operazione: 21 milioni di euro l’anno. Il ministro ha dichiarato: “È inaccettabile che le donne non possano proteggersi, che non possano usare la contraccezione, quando lo vogliono ovviamente, perché per il loro budget costa troppo”. Il ministro ha usato il verbo “proteggersi”. Da cosa? Dal figlio chiaramente, quel virus per il quale già da tempo esistono molti vaccini per prevenire l’infezione, tutti compresi sotto la famiglia “contraccezione”.
Il limite è stato fissato a 25 anni perché, come ha spiegato il ministro, poi le donne in genere diventano economicamente indipendenti. C’è inoltre un altro “vantaggio” in questo aiuto di Stato alla contraccezione: vi potranno accedere anche quelle ragazze che possono sì beneficiare dell’assicurazione sanitaria dei genitori e quindi possono ricorrere alla contraccezione in modo gratuito, ma non in modo anonimo. Grazie invece alla mancetta del governo francese le studentesse potranno avere i contraccettivi e le visite che vorranno senza impensierire il babbo e la mamma, perché loro rimarranno all’oscuro di tutto.
Il ministro della salute spinge sulla contraccezione perché in tal modo, a suo parere, si ridurrebbero le gravidanze indesiderate e dunque gli aborti. È vero il contrario: anche non volendo tener conto che, come accennato, moltissimi strumenti contraccettivi sono potenzialmente abortivi, si è visto che, studi alla mano, nei Paesi dove è molta diffusa la contraccezione la pratica abortiva cresce (vi è abbondante letteratura scientifica sul tema. A tal proposito ci permettiamo di rimandare a T. Scandroglio, voce “La contraccezione combatte la piaga dell’aborto”, in Dizionario elementare dei luoghi comuni, Ida). Il motivo dipende soprattutto dalla cosiddetta risk compensation (compensazione del rischio). Il senso di sicurezza dato dalla contraccezione porta ad aumentare il numero di rapporti e così l’esigua percentuale di insuccesso nell’impedire il concepimento di un singolo rapporto deve essere messa in relazione al numero di rapporti avuti. Un rischio minimo in un solo rapporto può diventare elevato se riferito a 100 rapporti. E, come intuibile, i fallimenti della contraccezione spesso vengono “riparati” ricorrendo all’aborto.
Il ministro francese forse sa tutto questo e se ne compiace perché chi è favore della contraccezione è spesso a favore dell’aborto.
Tommaso Scandroglio
27 settembre 2021