T. Scandroglio, Le interviste impossibili, il Timone, pp. 144, € 13
E se un giorno potessimo guardare negli occhi la Verità? Sì, proprio lei, la signora Verità. Chissà quante cose le chiederemmo. E se accadesse lo stesso con la Bellezza o l’Ateismo? Di certo li tempesteremmo di domande. È ciò che ha fatto il giornalista Max Minimum, alias Tommaso Scandroglio, andando ad intervistare questi personaggi e molti altri. Venti tra uomini e donne che sono sulla bocca di tutti da sempre e che si mettono a nudo sotto l’incalzare delle domande del giornalista.
Max Minimum, che scrive per il quotidiano ll Cretino (nel libro si spiega perché tale nome non ha un’accezione spregiativa: tutt’altro), si è trovato ad intervistare Vito Privacy, che è un noto mafioso e ha fatto del nascondimento la sua miglior difesa; Chiara Verità che si è ridotta a far l’elettricista sopra i tralicci dell’alta tensione per tentare di ripristinare la luce in città; la signora Libertà finita dietro le sbarre perché attaccava alle caviglie delle persone delle palle fatte di materiali speciali; Neutrella Inclusività che è a capo di un nucleo di sabotaggio; l’archistar Ellegìbiti che ha ideato Rainbow City, la città ideale per le persone LGBT; Monica Lisa Bellezza finita in un parchetto a fare la clochard; il medico chirurgo Ateismo che dirige la Clinica Heterodoxia per disturbi piscoteologici in cui è ricoverata la contessa Ortodossia; la Coscienza che fa la speleologa; la signora Superbia che invece è un artigiana nel settore delle calzature; i gemelli Fake e News Van Ballasten che commerciano in diamanti; l’Umiltà che abita in un castello pressochè inaccessibile; Casimiro Destino e Divina Provvidenza sottoposti da Max ad una intervista incrociata; la Costituzione, incontrata durante uno strano rito sul tetto della sede della Corte Costituzionale; il Favoritismo che fa il becchino; Beppe Realtà che anche questa volta non è riuscito a superare l’esame per diventare maestro elementare; la signorina Onni Scienza alunna di una scuola serale di Milano; l’Egualitarismo che lavora presso una casa editrice ed è assai severo nel censurare le proposte editoriali che arrivano sul suo tavolo; il Cavalier Buon Senso che ha lasciato un diario preziosissimo per scoprire chi l’ha ammazzato e perché.
Scandroglio dà un volto a vizi e a virtù, a fenomeni sociali e concetti – li rende antropomorfi direbbero i colti – ne descrive le fattezze, i tic, i modi di dire, il carattere. Ed ogni particolare non è scritto a caso, ma ha un suo significato simbolico, rimanda ad altro. L’autore da una parte usa la narrativa per tentare di scardinare luoghi comuni, per ridicolizzare il politicamente corretto, per mettere alla berlina il perbenismo, per prendere in giro il moralismo imperante. Su altro fronte il suo intento è quello di usare la satira per restituire dignità ad un mondo che non c’è più o, meglio, che esiste nel cuore di molte persone, ma che non è più un fatto sociale. Ecco perché la Bellezza vive come una senzatetto, perché la Libertà è stata incarcerata, perché l’Ortodossia ha perso il lume della ragione ed è finita in una clinica per pazzi.
La metafora, il libro ne è pieno, diventa allora strumento per dire una cosa semplicissima: il Re è nudo. Ossia che, ad esempio, il credo LGBT è una bizzarria che però tutti hanno preso molto sul serio, che la bellezza sta negli affreschi di Michelangelo e non nell’ultimo modello di smartphone della Apple, che l’inclusività vuole abbracciare tutti per stritolarne buona parte (la parte riottosa), che le Fake News sono più vere del vero perché più piacevoli, meno scomode.
(https://www.provitaefamiglia.it/blog/interviste-impossibili-da-leggere-dun-fiato)