Dai Paesi Bassi al Canada, dal Belgio all’Australia: in forte aumento i decessi provocati e i suicidi assistiti. Avanza l’idea di escludere i medici dalle valutazioni. Leggi
A San Marino ha vinto la retorica del diritto all’aborto e della “liberazione” della donna. Domenica nella piccola e antica Repubblica che prende il nome dal Santo che l’ha fondata il referendum per legalizzare l’interruzione di gravidanza è passato con una maggioranza molto larga di 77,3% Sì contro un 22,7% di contrari. L’affluenza alle urne è stata di circa il 41% degli aventi diritto al voto, il che è indice di un popolo perplesso e lontano da una questione che ormai sembra uscita dal dibattito pubblico.
Nel nord del Belgio il 10% dei neonati che muoiono viene in realtà soppresso perché i medici pensano che le loro vite non valgano la pena di essere vissute. E’ quanto riportato da uno studio dell’autorevole rivista scientifica “British Medical Journal”. In più, l’Istituto Europeo di Bioetica ha spiegato che nel 91% dei casi la principale ragione dell’eutanasia infantile è stata collegata alla mancanza di prospettiva di benessere psico-fisico nel corso della vita. Leggi
L’industria dell’aborto vuole che non debba esserci spazio per la vergogna. I «bambini non nati e uccisi nel ventre materno» – scriveva Giuliano Ferrara lo scorso 17 settembre – vengono innalzati «come trofei di una cultura sociale che si nasconde dietro il dramma delle donne con untuosità insopportabile». Eppure le donne che hanno abortito, inclusa Thurman, ammettono di provare vergogna, anche quando nessun altro sa del loro gesto. «C’è così tanto dolore in questa storia», ha messo nero su bianco l’attrice.
Dopo aver visto i colleghi finire alla sbarra nel processo Tine Nys, i dottori belgi sono riluttanti a dare la morte assistita. E in Canada gli psichiatri si ribellano a fornire l’eutanasia ai loro pazienti.
Arrivano i “primi bambini Gattaca”. Selezione genetica per creare una prole “migliore”. Si sceglie anche l’intelligenza