E. Borgatti, «Un sorriso pagato a rate» e altre 21 storie assurde, irreali, surreali e sempre impossibili, per sorridere, commuoversi e pensare; Editore CR Compagnie Riunite, € 14,00
Enrico Borgatti in questo testo raccoglie 12 racconti diversi per genere e tematica, ma il filo conduttore è sempre l’uomo con le sue pochezze, le sue angosce, i suoi disagi e le continue ricerche di stabilità. Borgatti è una fucina di idee originali, inventa situazioni paradossali e molti suoi personaggi al limite tra il reale e il surreale richiamano Campanile e, per certi aspetti, anche José Saramago, Kafka, Ionesco, Gogol, Oscar Wilde che, peraltro, sono gli autori che predilige.
Enrico Borgatti è un ottimo conoscitore dell’animo umano, un affabulatore che riesce a calare il lettore nei personaggi le cui storie non scivolano addosso, ma stimolano profonde riflessioni e lasciano un segno. Tristezza e umorismo sono i veri protagonisti che si avvicendano nelle ventidue storie.
La tristezza traspare in tutte le sue sfaccettature, ma non è mai leziosa né piagnona, anzi, paradossalmente, a volte trasmette messaggi di positività e di speranza.
L’umorismo è il genere, dove Enrico si sente più realizzato, Eugéne Ionesco scrive «Dove non c’è umorismo non c’è umanità.». Borgatti, che di umanità ne ha da vendere, ha un forte senso dell’umorismo. Il suo è un umorismo sano ed elegante che gli consente di cogliere gli aspetti positivi della vita. La sua ironia non è mai sarcastica perché non ferisce né svilisce, ma fa sorridere amabilmente (Dalla prefazione).
Lo proponiamo a Natale essendo il primo racconto ambientato in quella notte.