«Il Covid ci ha insegnato che scienza e politica sono strettamente intrecciate. Ma in questa fase non credo che i governi possano fare molto per fermare Omicron. Il tema è programmare interventi nel medio periodo. Questo virus purtroppo rimarrà con noi, probabilmente per sempre». Robert Wachter dirige il dipartimento di Medicina dell’Università della California, ed è una delle voci più ascoltate sulla pandemia negli Stati Uniti.
Lei è tra i più ottimisti: sostiene che l’ondata dei contagi stia per calare…
«Stiamo studiando i dati del Sudafrica, che ha individuato la variante Omicron. Abbiamo visto i contagi raggiungere rapidamente il picco, per poi scendere, altrettanto velocemente».
È una dinamica che può valere anche per Stati Uniti ed Europa? Non ci sono differenze di cui tenere conto?
«Certo. Bisogna anche considerare altri fattori, come la percentuale della popolazione vaccinata. In Sudafrica è pari al 23%, negli Usa al 67% (in Europa circa 70% e in Italia 78%, ndr). Ma credo che la tendenza di fondo sarà la stessa. Negli Usa stiamo arrivando alla vetta dei contagi. Poi non dovrebbe esserci un lungo plateau. I casi di infezione caleranno rapidamente. Forse nel giro di un mese. È un fenomeno che è già iniziato a New York, Boston, Washington e anche qui a San Francisco. In Europa si può osservare in Inghilterra e in Irlanda».
Questo significa che sarà terminata l’emergenza?
«Probabilmente la fase più acuta. Ma non vuol dire che il Covid scomparirà per sempre. Anzi penso il contrario. Dobbiamo abituarci all’idea di convivere con questo virus, probabilmente per sempre».
I governi come si devono attrezzare?
«In questa fase di diffusione così fulminea, i governi non possono fare granché. Certo, devono assicurare il personale necessario agli ospedali, raccomandare l’uso della mascherina, convincere le persone a essere prudenti. E poco altro. Ma questa recrudescenza deve suonare come una sveglia per le autorità pubbliche. Qui negli Usa e altrove. Vanno avviati subito interventi nel medio periodo. Occorre aumentare la produzione di tamponi, di mascherine ad alta protezione, di macchine per la ventilazione negli ospedali. Inoltre dovremmo puntare non solo sui vaccini, ma anche sulle terapie, tipo i farmaci già ultimati da Pfizer. Queste medicine devono essere facilmente disponibili per tutti, perché anche così si contiene la diffusione della pandemia. Ripeto: sarebbe un grave errore pensare che la nostra storia con il Covid finirà presto».
Come spiegarlo alle persone che rifiutano il vaccino? Negli Usa sono circa un terzo della popolazione…
«Ed è molto triste. In questo caso non ho molta fiducia. Una larga fascia di popolazione continuerà a non vaccinarsi. Per vari motivi: politici o perché semplicemente si sente al sicuro. Se non lo ha fatto finora, non penso che lo farà in futuro. Molti di loro si ammaleranno, alcuni moriranno. Vivremo in una società con diverse dimensioni, non c’è molto da fare».
Una strada potrebbe essere il vaccino obbligatorio. Joe Biden lo aveva imposto per i lavoratori delle grandi aziende e dei servizi pubblici. Ma la Corte Suprema ha bocciato l’ordine del Presidente. Che cosa ne pensa?
«Sono un sostenitore dell’obbligatorietà del vaccino. Dove è stata applicata, ha dimostrato di funzionare. Penso che la decisione della Corte Suprema sia stata un errore. Ma negli Usa ciascuno Stato ha ampia discrezionalità. Così avremo territori come la California e New York con misure più restrittive per i non vaccinati e altri Stati, come il Texas, dove non ci sarà alcun obbligo. Il nostro Paese sarà ancora più frammentato».
Giuseppe Sarcina
Corriere della Sera
16 Gennaio 2022