F. Marchese Ragona, Luca Attanasio. Storia di un ambasciatore di pace, Piemme, pp. 171, € 17,90
«Fare l’ambasciatore è un po’ come una missione.Quando sei un rappresentante delle istituzioni hai il dovere morale di dare l’esempio.» Luca Attanasio Il 22 febbraio 2021, in un attacco armato al convoglio del Programma Alimentare Mondiale dell’Onu avvenuto a pochi chilometri da Goma, in Congo, moriva Luca Attanasio, insieme all’autista e al carabiniere che viaggiava con lui. Era arrivato a Kinshasa nel 2017 come capo missione e dopo due anni era stato nominato ambasciatore. La pioggia di messaggi arrivati da tutto il mondo dopo la notizia dell’agguato ha fatto scoprire, poco alla volta, la singolarità e la grandezza di un diplomatico che aveva fatto del suo lavoro una missione di pace. Una laurea in economia, una rapida carriera alla Farnesina, Luca Attanasio si era rivelato, prima in Marocco e in Nigeria e poi in Congo, una presenza istituzionale forte e sicura. Ma chiunque entrasse in contatto con lui ne restava colpito per la semplicità e l’umanità con cui si metteva al servizio di chiunque avesse bisogno: cooperanti, religiosi, volontari italiani che avevano scelto di impegnarsi in Africa. In questo libro Fabio Marchese Ragona ha ricostruito la vita di Luca attraverso le voci di famigliari, amici, colleghi che hanno collaborato con lui nella realizzazione di importanti progetti. I loro racconti seguono i passi del ragazzo che cresce in oratorio ma non ha paura di inseguire grandi sogni, e poi del giovane cattolico che costruisce una famiglia con Zakia, che è musulmana. Permettono, soprattutto, di conoscere il modo moderno, lungimirante e solidale in cui il giovane ambasciatore interpretava il suo ruolo, spogliandosi di giacca e cravatta per visitare e aiutare le comunità più isolate dei paesi nei quali operava. Una storia di eroismo quotidiano che dà speranza a quegli “ingenui” che lavorano per cambiare il mondo.