La maggioranza dei cristiani ama la Madonna, e seguendo delle modalità loro, sono convinti di essere a Lei devoti. Il mese di maggio la tradizione cattolica lo consacra alla Madre di Gesù. Quest’anno angosciati dal dramma della guerra lo vogliamo vivere più intensamente, pregarla più fortemente ma pure interrogarci più seriamente sulla venerazione che dovremmo alla Madonna per ottenere benefici dal suo Figlio.
L’autentica devozione alla Madonna
Chi è fondamentalmente devoto alla Madonna? Chi venera effettivamente e concretamente Maria?
Chi accoglie attivamente il progetto che Dio ha stabilito per lui
Ognuno di noi non è “frutto del caso”, ma Dio afferma: “Prima che io ti avessi formato nel grembo di tua madre, io ti ho conosciuto; prima che tu uscissi dal suo grembo, io ti ho consacrato…”(Ger. 1,5). Ebbene, ad ogni uomo, il Creatore affida un progetto da realizzare con la sua vita; un disegno che possiamo anche chiamare “vocazione”. Che cosa ha chiesto Dio alla Madonna? Di arricchire il mondo e la storia divenendo la madre del suo Figlio. E, questa vocazione, colmerà totalmente la vita di Maria, un’ esistenza intessuta di fatica, di difficoltà e di incomprensioni. Tutti noi abbiamo presente decine di quadri o di statue che ci mostrano la Madonna luminosa, lieta e appagata, invece leggendo il Vangelo notiamo che l’esistenza di Maria non fu “rose e fiori” ma densa di tribolazioni. Dovette partorire il figlio Gesù in un luogo povero e disagiato e immediatamente fuggire in Egitto poiché re Erode voleva uccidere il piccolo. Ascoltò attonita la profezia del vecchio Simeone nel Tempio di Gerusalemme: “E anche a te una spada trafiggerà l’anima”. Erano incomprensibili per lei le parole che il dodicenne Gesù, sempre nel tempio di Gerusalemme gli rivolse: “Perché mi cercavate? Non sapete che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?”. Fu rimproverata dal Figlio alle nozze di Cana dopo la richiesta a favore di quei sposi in difficoltà: “Che ho da fare con te, o donna? Non è ancora giunta la mia ora” come pure non la lasciò indifferente l’enigmatica frase: “Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli? Ecco mia madre ed ecco i miei fratelli; perché chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, questi è per me fratello, sorella e madre”. Ma, il momento più atroce, fu quello della passione e della morte del Figlio. Forse era in mezzo a quella folla che impazzita chiese a Pilato la liberazione di Barabba e la condanna di Gesù, seguì il Cristo sulla via del Calvario, stette sotto la croce per lunghe ore e, poi, la deposizione fra le sue braccia del corpo esamine del Figlio. E, tutti sappiamo, che la morte di uno di un figlio di qualsiasi età e in qualunque circostanza, è uno dei colpi più crudeli che la vita può infliggere a una madre. Ebbene, Maria, ha accolto e accettato tutto questo ben consapevole che essere la Madre del Redentore significava anche essere la Madre del Crocefisso. Dunque, essere autenticamente devoti della Madonna, significa sforzarsi, giorno dopo giorno, di ricopiare la sua stessa fiducia in Dio.
Chi si pone con sollecitudine a servizio del prossimo
Maria, appena apprese che la cugina Elisabetta, ormai in età avanzata, era gravida, si recò da lei e “rimase con lei circa tre mesi”. La Madonna, agì senza incertezze anche se questo servizio comportava dei sacrifici dovuti alla distanza tra Nazaret ed Eri Karin, la città di Elisabetta, da percorrere in diversi giorni, probabilmente a piedi, in uno stato fisico precario dovuto anche alla sua gravidanza.
Ebbene, la devozione alla Madonna è autentica, quando è testimoniata con servizi resi senza attendere alcun compenso né di carattere economico, né di prestigio, né di potere, ma unicamente nell’ottica del dono e della condivisione con gli altri di quello che si è e di quello che si ha. La gratuità, per essere tale, è accompagnata sempre dall’abnegazione, dal sacrificio e dalla rinuncia.
Chi guardando Gesù comprende il ruolo della Madonna di Madre e di Mediatrice
La devozione alla Madonna non può ridursi ad un semplice ossequio alla Vergine offuscando la centralità del Cristo che è l’ unico degno della nostra adorazione, come consigliò Maria ai servi prima del miracolo di Cana: “Fate tutto quello che vi dirà Gesù”. Se la ascoltiamo, anche a noi ripeterà la stessa raccomandazione: “Fate come vi dice Gesù…”. Infatti, a Cana, associando alla certezza di essere esaudita I’estrema prudenza della domanda, chiese al Figlio una soluzione, senza avvalersi del suo ascendente materno per imporre al Cristo la decisione che Lui adotterà. Da quel giorno, Maria Santissima, è la mediatrice tra il Signore Gesù e gli uomini possedendo un potere straordinario sul cuore del Figlio. San Bernardo riassunse questa mediazione affermando: “Dio ha voluto che noi avessimo tutto per mezzo di Maria”. Papa Leone XIII, nell’enciclica “Jucunda semper expectatione” (8 settembre 1894), riprese il concetto: “Tutta la grazia comunicata al mondo attuale segue questo triplice e ordinatissimo processo; da Dio a Cristo, da Cristo a Maria, da Maria a noi” (n.27). E il Concilio Vaticano II ne spiegò la motivazione: “Con la sua materna carità Maria si prende cura dei fratelli del Figlio suo ancora peregrinante e posti in mezzo ai pericoli e affanni, fino a che non siano condotti nella patria beata. Per questo la beata Vergine è invocata dalla Chiesa con i titoli di Avvocata, Ausiliatrice, Soccorritrice, Mediatrice” (LG n. 42).
Concludendo
Da quanto affermato comprendiamo che “l’autentica devozione a Maria” non può limitarsi a cantarne le sue lodi, ad accendere una candela o compiere un pellegrinaggio, ma si concretizza nel rispondere al progetto che Dio ha riservato per ciascuno di noi sia a livello personale che professionale e nel mettersi gratuitamente e liberamente al servizio del prossimo.
Anche noi, rinnovando la nostra devozione a Maria, affidiamoci sempre alla Vergine affinchè interceda presso il Figlio, convinti come proclamò san Bernardo nel Canto XXXIII del Paradiso della Divina Commedia: “Vergine Madre, figlia del tuo figlio, umile e alta più che creatura, termine fisso d’eterno consiglio […]. Donna, se’ tanto grande e tanto vali, che qual vuol grazia e a te non ricorre, sua disianza vuol volar sanz’ali”. E, uno strumento, che non può mancare è il rosario, certi che “non c’è nessun problema, non importa quanto difficile, che non possiamo risolvere con il Rosario” (Venerabile Serva di Dio Suor Lucia di Fatima).
Don Gian Maria Comolli