Malgrado l’allentamento (tardivo) delle restrizioni dall’1 maggio, ampie fette della società italiana – dai sindacati alla Cei – continuano a essere acquiescenti all’emergenzialismo sanitario di matrice governativa. Una situazione senza eguali all’estero, che si spiega sia con la propaganda martellante “dall’alto” sia con il Dna “corporativista” del nostro Paese.
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