Nei Paesi Bassi l’eutanasia è legale dai 12 anni in su. Ora si vuole estenderla anche nella fascia di età da 1 a 12 anni, per i bambini più piccoli. Fermo restando che deve esserci la volontà del bambino in questione. Le condizioni fanno dubitare che la scienza medica sia ancora seria.
Il ministro della Salute dei Paesi Passi chiede un protocollo per fare l’iniezione letale anche ai bambini. Promemoria per chi, anche tra i cattolici, pensa che normare la “dolce morte” sia un bene
Oggi si può già organizzare la propria morte, nei modi, nei tempi, nell’ambiente in cui avviene. Accade in Canada, come racconta l’inquietante libro di un medico che pratica il suicidio assistito di Assuntina Morresi
E’ una giovane donna di 36 anni, Marie, cittadina francese, rimasta folgorata dalle bellezze artistiche del nostro paese, al punto da scegliere di trasferirsi in Italia stabilmente. Per questo motivo 7 anni fa decide di aprire un’agenzia di viaggi a Roma. Ma la malattia strisciante che dall’età di 16 anni l’accompagna, la nevralgia del pudendo, si riaffaccia acutizzandosi a causa dello stress, al punto da costringerla su una sedia a rotelle, impedendole di spostarsi, di lavorare e di vivere. Ci ha raccontato la sua storia, fatta di difficoltà, ostacoli, ingabbiata da una burocrazia – quella italiana – piena di falle, ma anche di speranza. Una speranza che non le ha mai fatto pensare, neanche per un istante, a quell’assurda bugia che è l’eutanasia come alternativa di “dolce morte”.
Antonio Pelagatti è un ingegnere romano di 61 anni. Più della metà della sua vita l’ha trascorsa lottando contro un avversario più che temibile: la distrofia facio-scapolo-omerale (FSHD), patologia degenerativa classificata come rara ma, in realtà, più diffusa di quanto si pensi.