ECOLOGIA. UNA RITROVATA AMICIZIA

By 29 Settembre 2022Attualità

La scorsa settimana situando il problema della “custodia del creato”, abbiamo affermato, da una parte, l’importanza di non essere condizionati e plagiati da visioni catastrofistiche e, dall’altra, la strumentalizzazione dell’argomento da coloro che adorano e divinizzano la natura manifestando un odio predominante per l’uomo, ritenuto il peggiore dei nemici e il cancro del pianeta. Una visione chiaramente inaccettabile e riduttiva poiché il mondo rimanda a Dio creatore; per questo, il problema ecologico, coinvolge anche la religione dato che le varie COP (Conferenze Nazionali sui Cambiamenti Climatici) stanno dando risultati esigui. Perciò, ogni riflessione e soluzione, dovrà abbracciare il filone che san Tommaso d’Aquino (1228-1274), il Dottore angelico, definiva di una «ritrovata amicizia» con Dio, degli uomini tra loro e con la natura; tre aspetti collegati.

Il peccato originale generò fratture, odio e disordine morale nel sublime progetto di libertà e di equilibrio dei valori e delle forze, ideato da Dio. L’uomo, ponendosi come arbitro nella conoscenza del bene e del male, costituì un regno alternativo, quello di Satana, dove riscontriamo unicamente negatività ed inimicizie, oltre che uno indegno e biasimevole sfruttamento ed abuso di quella che Papa Francesco nell’Enciclica “Laudato sì” definisce «la nostra casa comune», quella sorella «che protesta per il male che le provochiamo, a causa dell’uso irresponsabile dei beni che Dio ha posto in lei» (n.2) considerato che, prosegue il pontefice, «siamo cresciuti pensando che eravamo suoi proprietari e dominatori, autorizzati a saccheggiarla» (n. 2).

Ritrovata amicizia con Dio

Il “nome di Dio” fu profanato, occultato e combattuto nel corso della storia e anche oggi. Nei secoli scorsi con il paganesimo; ieri con marxismo e il comunismo; oggi con l’ateismo, il secolarismo e il relativismo. Ma unicamente dove Dio è riconosciuto ed onorato si diffonde l’ armonia degli uomini tra loro e con la natura.

Ritrovata amicizia degli uomini tra di loro

Il “volto dell’uomo” nel tempo fu vilipeso, offuscato e insanguinato con la violenza, l’emarginazione e l’ingiustizia. Anche oggi nel mondo è tradito ed umiliato soprattutto con le guerre. Al 21 marzo 2022 se ne contano 59 che continuano a uccidere e affamare milioni di persone. E, come scordare, le ingiustizie che molti popoli hanno subito e ancora subiscono. Per rimanere sull’argomento, non possiamo dimenticare il “debito ecologico” «soprattutto tra il Nord e il Sud, connesso a squilibri commerciali con conseguenze in ambito ecologico, come pure all’uso sproporzionato delle risorse naturali compiuto storicamente da alcuni Paesi» (Laudato sì, 51). Si tratta del 10% dell’umanità che ha costruito il proprio benessere scaricando i costi “sull’atmosfera di tutti”.

Inoltre, il canone della “supremazia dell’uomo”, oggi, in diverse situazioni, appare capovolto. Molti, ad esempio, s’impegnano meritoriamente nella difesa degli animali ma rimangono indifferenti nei confronti di ogni situazione negativa che l’uomo deve affrontare, scordando che ogni creatura terrestre è finalizzata unicamente al benessere della persona che non può essere trasformata, da nessuno, in strumento. Si pensi, ad esempio, all’indifferenza di fronte al crimine dell’aborto, e all’opposto, alle strumentali proteste per le sperimentazioni cliniche sugli animali. A proposito di aborti, dal 1 gennaio ad oggi nel mondo, ne sono stati compiuti 31.138.411.

Ebbene, unicamente dove il volto dell’uomo, di ogni uomo e di tutto l’uomo dal concepimento alla morte naturale, a prescindere dall’età, dall’etnia e dallo stato di salute è rispettato e venerato rappresentando il volto di Dio, sgorga l’armonia con la natura.

Ritrovata amicizia con la natura

Ricorda la Bibbia: «Dio vide che erano cose molto belle» ciò che aveva creato (cfr. Gn. 1,31). Ma, le bellezze della natura, spesso sono danneggiate e distrutte dall’uomo, avendo adottato atteggiamenti errati nel rapporto con l’ambiente. Da qui, inquinamenti e cambiamenti climatici, perdita delle biodiversità, deterioramento della qualità della vita umana e sociale, iniquità planetaria… Pure l’aria e l’acqua, due dei maggiori beni ambientali, oltre che scarseggiare, si mutano in fonti di malattie e di morte, mettendo a rischio la sopravvivenza degli uomini d’oggi ed aprendo incognite sulle probabilità vitali delle generazioni future. Non possiamo scordare, inoltre, gli azzardi compiuti nei confronti dell’ecologia umana, causati dalla nefandezza della contraccezione, dalle tecniche di fecondazione artificiale o di ingegneria genetica che manipolano le sorgenti della vita e dalle biotecnologie che sollevano ampi problemi etici.

 Che fare?

Esclusivamente l’amicizia con Dio e la fraternità tra gli uomini potranno promuovere l’autentico rispetto del creato nella consapevolezza che l’ambiente è da custodirsi con la massima cura. Unicamente così modificheremo questo annoso problema in opportunità di sviluppo e di crescita antropologica, civile e economica, anche intraprendendo un percorso di “conversione ecologica” partendo dalle abitudini e dai comportamenti che assumiamo nella quotidianità, non scordando l’interrelazione e l’influenza tra ambiente e comportamenti.

Don Gian Maria Comolli