Nel mese di ottobre vogliamo riflettere sul Rosario. Dopo l’introduzione della scorsa settimana oggi la nostra attenzione si sposta sui misteri gaudiosi.
I misteri Gaudiosi solitamente si recitano il lunedì e il sabato.
«Il primo ciclo, quello dei ‘misteri gaudiosi’, è effettivamente caratterizzato dalla gioia che irradia dall’evento dell’Incarnazione. Ciò è evidente fin dall’Annunciazione, dove il saluto di Gabriele alla Vergine di Nazareth si riallaccia all’invito alla gioia messianica: « Rallegrati, Maria ». A questo annuncio approda tutta la storia della salvezza, anzi, in certo modo, la storia stessa del mondo. Se infatti il disegno del Padre è di ricapitolare in Cristo tutte le cose (cfr Ef 1, 10), è l’intero universo che in qualche modo è raggiunto dal divino favore con cui il Padre si china su Maria per renderla Madre del suo Figlio. A sua volta, tutta l’umanità è come racchiusa nel fiat con cui Ella prontamente corrisponde alla volontà di Dio.
All’insegna dell’esultanza è poi la scena dell’incontro con Elisabetta, dove la voce stessa di Maria e la presenza di Cristo nel suo grembo fanno « sussultare di gioia » Giovanni (cfr Lc 1, 44). Soffusa di letizia è la scena di Betlemme, in cui la nascita del Bimbo divino, il Salvatore del mondo, è cantata dagli angeli e annunciata ai pastori proprio come « una grande gioia » (Lc 2, 10).
Ma già i due ultimi misteri, pur conservando il sapore della gioia, anticipano i segni del dramma. La presentazione al tempio, infatti, mentre esprime la gioia della consacrazione e immerge nell’estasi il vecchio Simeone, registra anche la profezia del « segno di contraddizione » che il Bimbo sarà per Israele e della spada che trafiggerà l’anima della Madre (cfr Lc 2, 34-35). Gioioso e insieme drammatico è pure l’episodio di Gesù dodicenne al tempio. Egli qui appare nella sua divina sapienza, mentre ascolta e interroga, e sostanzialmente nella veste di colui che ‘insegna’. La rivelazione del suo mistero di Figlio tutto dedito alle cose del Padre è annuncio di quella radicalità evangelica che pone in crisi anche i legami più cari dell’uomo, di fronte alle esigenze assolute del Regno. Gli stessi Giuseppe e Maria, trepidanti e angosciati, « non compresero le sue parole » (Lc 2, 50).
Meditare i misteri ‘gaudiosi’ significa così entrare nelle motivazioni ultime e nel significato profondo della gioia cristiana. Significa fissare lo sguardo sulla concretezza del mistero dell’Incarnazione e sull’oscuro preannuncio del mistero del dolore salvifico. Maria ci conduce ad apprendere il segreto della gioia cristiana, ricordandoci che il cristianesimo è innanzitutto euanghelion, ‘buona notizia’, che ha il suo centro, anzi il suo stesso contenuto, nella persona di Cristo, il Verbo fatto carne, unico Salvatore del mondo». (Giovanni Paolo II, Lettera Apostolica, Rosarium Virginis Mariae – 16 ottobre 2002, n. 20).