In una lettera scritta di suo pugno, suor Rosalina Ravasio smonta punto per punto le gravissime illazioni e mistificazioni sulla gestione della Comunità Shalom mostrate nell’«orrendo servizio» in onda a Piazza Pulita e su Fanpage. «I genitori dei ragazzi sono pronti a costituire una class action contro chi ha favorito questa menzogna. E noi denunceremo».
Pubblichiamo il testo letto e commentato da suor Rosalina Ravasio nella conferenza stampa svoltasi presso la Comunità Shalom di Palazzolo sull’Oglio (Bs) martedì 18 aprile per rispondere alle accuse lanciate dal programma Piazza Pulita su La7.
Nasce il 19 ottobre 1971. Volitiva, tenace, altruista, pratica molti sport. Entra a far parte del movimento dei focolari. A sedici anni gli è diagnosticato un sarcoma. Inutili interventi alla spina dorsale, chemioterapia, spasmi, paralisi alle gambe. La sua cameretta diventa una piccola chiesa, luogo di incontro e di apostolato: “L’importante è fare la volontà di Dio…è stare al suo gioco…Un altro mondo mi attende…Mi sento avvolta in uno splendido disegno che, a poco a poco, mi si svela…Mi piaceva tanto andare in bicicletta e Dio mi ha tolto le gambe, ma mi ha dato le ali…”. Le ultime sue parole: “Mamma sii felice, perché io lo sono. Ciao!”. Muore all’alba del 7 ottobre 1990.
Il film di Rocco Papaleo dove i protagonisti sono i conflitti interiori. Nella sua nota di regia Papaleo scrive: “In fondo, l’uomo che vorrei essere è quello che nella sequenza finale cammina in equilibrio con il suo passato, che riesce a sorridere e ha compreso la necessità di perdonare e l’inutilità del rancore”.
ll viaggio del vescovo Camisasca negli elementi di riforma della Chiesa ha a che fare con l’esempio di martiri come Rolando Rivi e di apostoli della carità come don Calabria. E, passando per don Giussani, Chiara Lubich, San Carlo e Madre Anna Maria Canopi, arriva anche ai laici ai quali affida il compito della vita comune: «Perché la riforma della vita della Chiesa può nascere dalle famiglie».
A Piazza Pulita di Corrado Formigli imbastito un processo sommario alla comunità terapeutica di suor Rosalina Ravasio, descritta come un luogo degli orrori, dove i pestaggi sono all’ordine del giorno e gli ospiti vengono imbottiti di psicofarmaci. Narrazione che contrasta con la realtà conosciuta da migliaia e migliaia di persone che frequentano la comunità. Suor Rosalina: «Il nostro lavoro suscita gelosia perché restiamo fuori dal business dell’accoglienza e ci sostiene la Provvidenza».
L’editoriale di Luciano Zarardini