La paraplegia dopo un incidente durante una competizione in moto. La vita, anche professionale, che cambia del tutto. Gianni Conte: «La disabilità mi ha fatto diventare imprenditore. Mi sono reinventato e ho trovato la mia strada. Ho creato un dispositivo che si aggancia alle carrozzine, lo esporto in tutto il mondo. Siamo partiti in due, oggi ho 40 collaboratori».
Nassim Badda studiava fisica all’università Bicocca e pensava a un futuro completamente diverso. Non poteva immaginare che l’esperienza del servizio civile universale gli avrebbe cambiato il presente e il futuro. Stare accanto agli anziani in Sacra Famiglia è diventato il suo lavoro e sta per laurearsi come educatore professionale. Ecco la sua storia.
“Mine”, “Crisi” e “Rinascita”: due vite in tre atti. La storia di Vito Alfieri Fontana si snoda in tre momenti, raccontati nel suo libro “Ero l’uomo della guerra. La mia vita da fabbricante di armi a sminatore”.
“Il pericolo maggiore per la popolazione a Goma sono gli sbandati Wazalendo” dicono all’Agenzia Fides fonti della Chiesa locale.
Un farmaco di prossima approvazione negli Stati Uniti potrebbe fare la differenza nella lotta al tumore al pancreas: è la speranza di Eleonora Giorgi che ha raccontato lo stato attuale della sua malattia.
Quest’ultimo, insigne magistrato, fra i tanti meriti, fu anche tra i fondatori dei Giuristi cattolici nel 1948, ai quali il figlio Riccardo aderì giovanissimo e diede sempre un impulso fondamentale.
Ne parla Alice Giannitrapani, Responsabile Volontari Progetto Arca.
Marco è affetto da Atrofia Muscolare Spinale, una patologia neuromuscolare, caratterizzata dalla progressiva morte dei motoneuroni, ossia le cellule nervose del midollo spinale che danno ai muscoli il comando di movimento. Quindi progressivamente la persona che ne è affetta perde la mobilità, comprese la capacità di deglutire e di respirare autonomamente.
Anche a motivo di un contesto fortemente ostile, il Movimento Popolare qui fu sempre inclusivo, gettando ponti verso altre realtà, tanto cattoliche quanto socialiste e laiche.
Il 30 gennaio di ottant’anni fa si consumava il martirio di un ventiseienne croato, don Stjepan Horžić, fucilato dai partigiani comunisti a causa del suo zelo e della sua opera tra i giovani. Un libro fresco di stampa getta luce sulla sua figura.