Il costituzionalista: la legge della Toscana vorrebbe indicare solo una procedura ma si scontra con il principio indicato dalla stessa Consulta e finisce col fondare impropriamente un diritto.
L’intervento nella Giornata diocesana del Malato, dopo la legge toscana sul suicidio assistito: «amore e attenzione» risposte a un mondo che «considera inutile e senza senso» la vita fragile.
Uno dei punti cruciali in cui la legge toscana ha invaso le prerogative del Parlamento riguarda la fase della prestazione assistenziale al suicidio assistito. Su questo punto, occorre chiarire subito che la Corte costituzionale nella sentenza 242/2019 non ha dato alcuna indicazione.
Netta presa di posizione della Presidenza dei vescovi italiani sulla norma appena approvata in tema di suicidio assistito: «Non smarrire l’umanità». Il richiamo sulle cure palliative.
La proposta di legge, come noto, intende introdurre nella Regione un diritto all’erogazione di trattamenti di suicidio assistito, descritto come un diritto individuale e “inviolabile”, che “non può essere limitato, condizionato o assoggettato ad altre forme di controllo”. Per le prestazioni e i trattamenti di suicidio assistito è prevista la gratuità. L’art. 6 della proposta di legge contiene la clausola finale di invarianza: dalla legge non deriverebbero nuovi e maggiori oneri a carico del bilancio regionale. Questo punto, però, meriterebbe un approfondimento specifico. Le procedure di suicidio assistito sarebbero a costo zero?
La discussione in alcune Regioni sul progetto di legge per introdurre percorsi sanitari e legali per la morte medicalmente assistita solleva interrogativi etici e giuridici. Eccone tre da comprendere.
Il presidente Donald Trump ha portato avanti una serie di azioni senza precedenti, cambiando il panorama politico interno ed esterno degli Stati Unitia suo modo regole ed equilibri globali. Annunciati dazi del 25% sull’import di auto, chip e farmaci.
Ha ragione il vice presidente americano J.D.Vance a denunciare la perdita della libertà di parola in Europa e il mancato rispetto per quel che pensa la gente comune, il popolo. Certo, larga parte di questa censura ideologica è di matrice anglo-americana, anche se nell’Europa continentale si carica di motivi ulteriori e di resistenze minori.
Forse, l’unico modo di sopravvivere per l’Europa, superando, come suggerisce Bernabè nel suo saggio, anche le sue crisi demografica e religiosa, è quello di unirsi ancor più di oggi agli Usa. Accettando di trasformare la Nato in un’alleanza globale estesa all’Indo-Pacifico, abbandonando le fantasie dell’autonomia della sicurezza europea. La recensione del generale Carlo Jean.
Capita spesso che agli analisti geopolitici venga posta questa fatidica domanda: «Cosa succederà adesso?», oppure: «Come andrà a finire?». Certo, «il pubblico da casa» vuole saperlo, e a volte aspetta la risposta con ansia. Ma chiunque risponda con sicurezza e in modo univoco nella migliore delle ipotesi tira a indovinare, nella peggiore dice quello che «il pubblico a casa» o il giornalista vogliono sentirsi dire.