La supremazia del presidente degli Stati Uniti Trump e del vicepresidente J. D. Vance alla Washington March for Life, l’evento di punta mondiale della lobby anti-aborto, il mese scorso servirà a mettere al riparo da un attento esame pubblico il loro forte sostegno politico all’accesso alla pillola abortiva e alla fecondazione in vitro (FIV) che, insieme, saranno responsabili della stragrande maggioranza degli omicidi negli Stati Uniti e nel mondo.
Nel riconoscere la necessità di una legislazione nazionale sul fine vita, il Presidente Amato ha suggerito di “evitare di contrapporre due principi inconciliabili – l’autodeterminazione e l’indisponibilità della vita – per mettere al centro un fattore comune che è la pietà umana”. Che vuole dire? È davvero possibile risolvere ogni problema evitando una simile contrapposizione?
Riflessioni a margine di un intervento del prof. Giuliano Amato.
Quattro malati si candidano a difendere davanti alla Suprema Corte il “paletto” del trattamento di sostegno vitale. Parla il loro avvocato Carmelo Leotta: «Il processo costituzionale, quando si giudica di diritti fondamentali, deve essere la casa di tutti».
La Corte costituzionale tornerà ad esprimersi sull’aiuto al suicidio. Hanno chiesto di essere ammessi a intervenire in giudizio quattro cittadini italiani, affetti da patologie inguaribili, non soggetti a trattamenti di sostegno vitale, i quali manifestano la volontà di continuare a vivere affrontando, come già hanno fatto fino ad oggi, i momenti in cui la sofferenza si presenta come intollerabile.
L’attuale dibattito sulla legislazione riguardante il fine vita, come tutte le più emergenti vicende bioetiche e biogiuridiche, si colloca al crocevia tra diritto, etica e filosofia.
Speranza e cura: a Roma la riflessione etica, medica e religiosa sulla malattia, il dolore e la medicina. Perché le persone più fragili non si sentano abbandonate.
Lettera aperta dei palliativisti nel Comitato nazionale per la Bioetica a 15 anni dalla legge 38, tra le migliori e meno applicate per la Sanità, indispensabile mentre si parla di suicidio assistito.
Solo un quarto dei pazienti eleggibili per le cure palliative pediatriche riesce ad accedervi. E’ quanto emerge dallo studio “Palliped 2022-2023”, finanziato con il contributo non condizionato della Fondazione Maruzza Lefebvre D’Ovidio, condotto dalla prof.ssa Franca Benini. L’esperta ne ha parlato a Interris.it
Sono passati 15 anni dall’approvazione della legge 38/2010 sulle cure palliative. Il suo obiettivo principale è garantire a ogni cittadino il diritto a non soffrire inutilmente, assicurando l’accesso equo e uniforme alle cure palliative e alla terapia del dolore in tutto il territorio nazionale. A che punto siamo?