Valérie Boyer è intervenuta al Senato mercoledì 12 marzo denunciando a chiare lettere i terribili attacchi e le violenze contro la minoranza alawita e contro i cristiani in Siria. Guai a lei, però, quando tra queste sillabe ha avuto l’ardire di citare le parole del vangelo di Luca. Dall’aula si sono levati brusii, proteste e fischi sempre più intensi e l’invito formale a chiudere rapidamente il suo intervento.
Shahid Mobeen, presidente della Consulta italiana per la libertà religiosa o di credo, è intervenuto in un evento parallelo della 58ª sessione del Consiglio dei diritti umani presso le Nazioni Unite di Ginevra: «Bisogna intervenire nelle scuole».
Nel silenzio dei media in Siria la situazione anche per i cristiani sta diventando di vera e propria persecuzione. Fonti della città portuale di Latakia, vicine a Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACN), attestano che anche i cristiani sono tra le vittime dei recenti massacri avvenuti nella regione costiera siriana lo scorso fine settimana.
Nel giro di pochi anni, dal punto di vista geopolitico, tutto è cambiato. Nuovi protagonisti, nuovi scenari. In questa situazione completamente nuova, che tipo di diplomazia della pace deve nascere? Oggi più che mai servirebbe uno spazio per la Santa Sede. Proprio perché tutti si armano e non solo tutti si armano, ma tutti si devono armare per sedersi al tavolo dei negoziati, diventa tanto più importante il ruolo di un protagonista come quello della Santa Sede.
Il presidente americano, con i suoi modi brutali, ha costretto tutti a cambiare paradigma. Ora non si parla più di come proseguire il conflitto, ma di come fermarlo. Molti paesi europei non l’hanno capito, Meloni sì.
Mentre gli Stati Uniti perseguono una politica estera sempre più indipendente dagli alleati storici, l’Europa si trova a un bivio: investire sulla propria autonomia strategica o continuare a dipendere dalla protezione americana. La guerra in Ucraina ha accelerato questa riflessione, ma le capacità militari europee restano limitate.
La Cina alza il tiro: nelle ultime settimane quattro cittadini canadesi sono stati giustiziati secondo quanto ha annunciato il ministro degli Esteri di Ottawa Mélanie Joly. Pechino avrebbe inoltre ignorato le richieste di clemenza.
Sono soltanto due le questioni che ormai da mesi governano la scena della guerra di Gaza, che non era cessata con la pausa del fuoco delle ultime settimane e non è ricominciata con gli attacchi israeliani dell’altra sera. La prima questione riguarda gli ostaggi; la seconda riguarda il permanere di Hamas nella propria posizione di dominio sulla Striscia.
I capisaldi etici e l’impegno nel sociale di un manager raccontati da Gaetano Santonocito, già imprenditore e attuale direttore generale di Aias Monza.
Uno degli “esempi civili” premiati da Mattarella con un’onorificenza, nel suo caso Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana, è un giovane di nemmeno 30 anni, Nicolas Marzolino.