«C’è un piano infernale per umiliare i copti e l’apparato di sicurezza statale è implicato»: la battaglia di Imad Gad all’interno delle istituzioni e nella società contro Fratelli Musulmani e «reazionari».
Quando nel 2012, dopo la Primavera araba, l’Egitto era ancora governato dal presidente Mohamed Morsi, membro dei Fratelli Musulmani, che attraverso il partito Libertà e giustizia avevano anche la maggioranza in Parlamento, il dottor Imad Gad era membro della commissione per le Relazioni internazionali. Ma il membro del partito Egiziani liberi veniva spesso escluso dalle riunioni perché non ha mai rinunciato a difendere i cristiani. «Dovevo scegliere tra restare fedele alle mie convinzioni o appiattirmi sulle loro posizioni. Un giorno ho detto loro: “Non posso fare altrimenti che affermare che i Fratelli Musulmani sono un gruppo estremista che opprime i copti e attacca le chiese”. Da allora non mi hanno più permesso di partecipare alle riunioni».
I MERITI DI AL SISI. Ma la carriera politica di Gad, che è anche docente di Scienze politiche all’università del Cairo, non è finita nel 2012. Parlando con Aide à l’Église en détresse, il deputato racconta che «oggi il presidente Al Sisi sta cercando di far passare il concetto che tutti i cittadini sono uguali e ha preso misure come nessuno prima di lui aveva mai fatto a difesa dei cristiani. Lo fa perché durante la rivoluzione si è reso conto di quanto i copti amino il loro paese, purtroppo i suoi sforzi entrano in conflitto con le forze più reazionarie dell’apparato statale, soprattutto dei servizi di sicurezza».
«IL PIANO INFERNALE». Il parlamentare ricorda in particolare il caso di Soad Thabet, la donna cristiana di 70 anni che nel 2016 è stata attaccata senza motivo da un gruppo di Fratelli Musulmani, spogliata nuda, trascinata e abbandonata sulla strada nel villaggio di Alkarm, nella provincia egiziana di Minya. L’episodio fece scalpore in Egitto «e ci sono stati enormi tensioni tra il portavoce della Camera, Ali Abdel Aal, e altri parlamentari come me. Sulla mia pagina Facebook allora scrissi: “C’è un piano infernale per umiliare i copti e l’apparato di sicurezza statale è implicato”. Volevo attirare l’attenzione sul caso per garantire alla donna un giusto processo e in aula c’era un deputato di Minya che era parente di alcuni tra i suoi assalitori, che voleva impedirlo».
MINACCE DI MORTE. La difesa dei diritti dei cristiani è sempre stata una priorità per Gad. Ed è per i suoi articoli sul quotidiano Al Watan che è stato spesso «minacciato di morte ed emarginato. Mi impedivano di prendere la parola in Parlamento e quando c’era una visita ufficiale all’estero, non mi consentivano di partecipare. Era un modo per mettermi sotto pressione e spingermi a cambiare le mie posizioni politiche, ma non ho mai ceduto perché resistere è l’unico modo di cambiare il paese e sono tanti i deputati musulmani che dimostrano un grande coraggio difendendo i cristiani».
«LAVAGGIO DEL CERVELLO». Per far capire quanto sia grande in Egitto la discriminazione verso i copti, racconta un episodio: «Nella provincia di Minya anni fa un gruppo di musulmani ha attaccato un chiesa e ha scoperto degli scritti in lingua copta. Pur non sapendo quello che c’era scritto, hanno accusato i sacerdoti di aver lanciato un sortilegio contro le ragazze musulmane perché non trovassero marito! Troppe persone hanno subito il lavaggio del cervello fin da giovani». Ecco perché, secondo il docente, «c’è bisogno innanzitutto che cambi la cultura e che vengano espunte dai testi scolastici tutte le parti che incitano alla violenza contro i cristiani».
Tempi.it, 5 luglio 2018