Grazie a un intervento del presidente Al Sisi il governo sta legalizzando centinaia di chiese, scatenando l’ira dei fanatici, che per la terza volta in una settimana hanno attaccato i cristiani del villaggio Sultan Basha.
Per la terza volta in una settimana i cristiani copti sono stati attaccati nel villaggio Sultan Basha, 250 km a sud del Cairo, nella provincia egiziana di Minya, da una folla di estremisti islamici. Il 13 luglio i musulmani hanno impedito ai cristiani di pregare nella chiesa di san Karas, dopo aver interrotto le funzioni religiose anche il 6 e 7 luglio gridando: «Mai una chiesa nel nostro villaggio».
L’ASSALTO. Nel 2016 i cristiani hanno costruito una chiesa nel villaggio e i musulmani hanno cominciato a protestare temendo che il governo voglia fornire l’autorizzazione per legalizzarla. «I musulmani si sono sentiti provocati dalla costruzione della chiesa», spiega una cristiana locale, Mariam. «Per questo quando il 13 siamo andati a pregare, hanno preso d’assalto la macchina del sacerdote, distruggendola, ma senza fare vittime».
«TRISTEZZA» DEI VESCOVI. La polizia, pur essendo presente durante la manifestazione come nei due casi precedenti, non ha fatto niente per impedire gli attacchi, salvo calmare la folla promettendo: «Non permetteremo mai che venga legalizzata la chiesa». Domenica, il vescovo copto-ortodosso di Minya, Anba Makarios, ha emesso un comunicato per esprimere «tristezza per il comportamento dei funzionari, che danno ragione alle richieste di alcuni che non hanno alcun diritto per avanzare simili richieste a danno dei diritti dei copti».
«Viviamo in uno Stato sovrano governato da una Costituzione», si legge ancora come riportato da Al Watani. «Nessuno può imporre la propria volontà scavalcando la legge. Spero che le autorità competenti, con le quali siamo in contatto, respingano con fermezza gli atti illegali e le dichiarazioni rilasciate contro di noi. Hanno promesso di occuparsi della situazione perché non accadano più incidenti di questo tipo».
LA NUOVA LEGGE. Prima che il presidente Abdel Fattah al Sisi venisse eletto, una chiesa poteva essere costruita solo ricevendo l’approvazione del presidente in persona. Nell’agosto del 2016, il Parlamento ha invece approvato una nuova legge che snellisce le pratiche per richiedere la legalizzazione. Circa 3730 chiese hanno richiesto l’approvazione: a marzo ne sono state legalizzate 53, ad aprile altre 166 e gli estremisti islamici temono che il trend continuerà a questa velocità. Negli ultimi mesi attacchi contro i cristiani per impedire la costruzione o la legalizzazione di chiese si sono verificati anche a Menbal e Al-Shuqaf.
Leone Grotti
Tempi.it, 18 luglio 2018