Santa Maria dei Miracoli, è una mattina dell’inverno romano e davanti ad una delle piazze più belle di Roma c’è un sacerdote, che sta aprendo la chiesa. Si chiama padre Giovanni e ne è il rettore.
Padre Giovanni Trameri (1916-2009) è un betharrammita, cioè un religioso della famiglia di San Michele Garicoits. Nella sua vita di esperienze ne ha vissute tante. Da quando piccolissimo entrò nell’educandato della congregazione fino a quel 12 luglio 1942, nel quale fu venne ordinato sacerdote a Betlemme (dove la congregazione aveva il Seminario maggiore) . Quando ti parlava di quel giorno, sorridendo diceva che, dopo la cerimonia, rientrò, senza indugi nel Seminario dei salesiani, in quanto la Palestina, nel secondo conflitto mondiale, era un Protettorato inglese.
Procuratore generale, rettore, direttore del seminario minore ed infine padre generale. In merito a quest’ultimo incarico, dopo il Concilio Ecumenico Vaticano II, ha condotto la congregazione in tale qualità (1969-1975) rimanendo fedele, alla più autentica spiritualità betahrammita
Amava San Michel Garicoits. Questo è tutto.
Di tutti questi incarichi, in padre Giovanni non rimaneva solamente il ricordo bensì la consapevolezza di aver servito e di aver fatto del bene ed il suo dovere. Quando ti parlava, con molta riservatezza, della sua esistenza eri perplesso dalla mole di lavoro che aveva affrontato con quel suo abituale sorriso.
Determinazione, accoglienza e senso di responsabilità erano le sue doti ed in ciò il suo carattere assomigliava a quello del suo padre fondatore, il quale affrontava allo stesso modo le difficoltà che la vita gli metteva davanti.
Molte persone ricorrevano a lui e con le più disparate richieste: un consiglio, un soccorso economico, una preghiera, una confessione. Suonavi il campanello della porta della sacrestia ed ecco aprire un sacerdote alto, magrissimo, sempre in talare, che ti accoglieva come se ti aspettasse da molto tempo. Il colloquio poteva durare poco o tanto e quelle parole, appena sussurrate dalla sua flebile voce, perse dietro ad un ricordo destinato a perdersi nelle pieghe della memoria, rimanevano indelebili per alcuni giorni. Era la sua caratteristica: pochissimi suggerimenti ma illuminanti. Sapeva sorridere e ti riceveva con rara disponibilità e molta cordialità.
Autentico sacerdote, nella sua esistenza ha amato Dio, il proprio padre fondatore e la Chiesa. Ha inteso la propria vocazione, come disponibilità a quel Ecce venio (tipico della spiritualità di Betharram), senza indugi e senza conoscere il distinguo del se e del ma.
Uomo casto, autenticamente povero ed obbediente ha vissuto i voti come risposta all’amore del Padre e non solo come dovere.
Se nelle lunghe sere d’autunno, nelle quali la fioca luce dei lampioni illumina la strada ed i pensieri, ti trovavi a salutare la Madonna del Bel ramo (nella chiesa di santa Maria dei Miracoli) era sempre bello poter scambiare due parole con padre Giovanni, in quanto sapevi che là vibrava la tenerezza di Dio.
Di Gianluca Giorgio
ACI STAMPA, 19 settembre 2018
(https://www.acistampa.com/story/padre-giovanni-trameri-e-quella-tenerezza-di-dio-9495?utm_source=newsletter&utm_medium=email&utm_campaign=daily_newsletter)
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