Umbria, protocollo regionale contro la libertà d’espressione

By 11 Ottobre 2018Gender

La Regione Umbria si è già dotata da tempo di una legge contro “le discriminazioni e le violenze determinate dall’orientamento sessuale e dall’identità di genere”. Ora il presidente della Regione, Catiuscia Marina, ha firmato un protocollo per l’attuazione di questa legge. Molti altri enti o soggetti hanno firmato il protocollo, tra cui i rappresentanti dell’Università per stranieri di Perugia, il Garante Infanzia e Adolescenza, il Comune di Città di Castello, il Comune di Marsciano, l’Unione dei Comuni del Trasimeno, il Comune di Gubbio, il Comune di Foligno, il Comune di Narni, il Comune di Orvieto, l’Azienda Sanitaria locale 1 e 2, le Aziende Ospedaliere di Perugia e di Terni, l’Anci Umbria, l’Amnesty International Italia, l’Associazione Omphalos, l’Associazione Famiglie Arcobaleno, l’Associazione A.ge.d.o. Terni, l’Associazione Esedomani Terni, l’Associazione Basta il Cuore. Assenze significative: due prefetti, i sindaci di Perugia, Terni, Spoleto e Norcia e il rettore dell’Università degli studi di Perugia.

«In Umbria – ha dichiarato la presidente – vogliamo essere pionieri di una cultura dell’inclusione, della solidarietà, del rispetto della dignità umana, della tutela della persona, della lotta contro ogni forma di discriminazione omofobica, razzista. Favorendo dunque in primo luogo la privacy, la tutela del proprio orientamento sessuale, della propria identità. La Regione Umbria, dunque, insieme a tutti i Comuni che hanno aderito al protocollo, alle aziende sanitarie, all’Università per gli stranieri, e con le tante associazioni che hanno sottoscritto questo atto, si farà promotrice di azioni, iniziative e progetti volti alla promozione del rispetto della persona. La firma di questo protocollo – ha aggiunto Marini – rappresenta un passo in avanti per l’attuazione della legge regionale per il contrasto della violenza e delle discriminazioni omofobiche. Una legge che, voglio ricordare, ha superato ogni tipo di valutazione di costituzionalità, e che non è stata eccepita né dal Governo né dalla Corte Costituzionale. Grazie a questo atto, dunque, la regione e tutti i soggetti firmatari contribuiranno a mettere in campo quelle azioni necessarie alla prevenzione delle violenze e delle discriminazioni, in modo particolare verso le giovani generazioni che spesso vede il realizzarsi di fenomeni di bullismo che spesso è di carattere sessista ed omofobico».

Luigi Manconi, direttore dell’UNAR, Ufficio nazionale antidiscriminazione razziali della Presidenza del Consiglio dei Ministri-Dipartimento per le pari opportunità, ha dichiarato «l’articolo 3, comma 1, della legge regionale, sotto la rubrica “istruzione”, impegna la Regione a promuovere, tra le altre iniziative, anche attività di formazione. E gli studenti sono i naturali destinatari di quell’attività formativa e di prevenzione degli stereotipi culturali che non può che rivolgersi anzitutto ai soggetti maggiormente esposti alle discriminazioni che la stessa legge regionale intende contrastare (come accade, ad esempio, con la legge nazionale sul cyberbullismo). Del resto – conclude Manconi.- un’interpretazione delle finalità della legge regionale che escludesse gli studenti dalle attività formative e di prevenzione sarebbe del tutto priva di ragionevolezza».

In buona sostanza questo protocollo vuole mettere il bavaglio ai dissenzienti e indottrinare gli studenti secondo il credo gender. Infatti la Lega parla di «propaganda mascherata delle teorie gender sui bambini». Ed aggiunge: «Come Lega continueremo a dare battagli contro quello che per noi e’ un affronto alla legge e al buon senso e chiediamo a tutti i nostri sindaci o amministratori dei comuni umbri di prendere le distanze ufficiali da un atto che, di fatto, non è altro che l’ennesima concessione fatta da un Pd ormai alla deriva, alla solita lobby amica».

Gender Watch, 23 settembre 2018

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