L’ultima novità formato LGBT? Un corso d’indottrinamento dal nome “Liber@ di essere”.
Di cosa si tratta? Sul sito leggiamo:
“Il progetto LIBER@DI ESSERE intende progettare ed erogare un percorso di formazione modulare rivolto ad operatori psico-socio-sanitari che analizzi la tematica LGBT+, realizzato con strumenti e metodologie in grado sia di rafforzare le conoscenze e competenze teorico-pratiche sull’omosessualità e la transessualità, sia di incidere sugli atteggiamenti e sui pregiudizi che possono interferire sulla relazione con i/le pazienti/utenti LGBT+ che chiedono un sostegno psicologico o hanno bisogno di ricevere cure sanitarie.”
Prevederà inoltre l’erogazione di sportelli di formazione, di accoglienza e di un consultorio psicologico, uno spazio neutrale e senza giudizio con un’attenzione particolare verso il contrasto alla discriminazione fondato sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere, il coming out, la sessualità e la conflittualità nelle relazioni di coppia omosessuale, le famiglie omogenitoriali e l’omofobia interiorizzata.
Dodici moduli per lavorare non solo sui contenuti ma anche sugli atteggiamenti per prevenire ogni forma di discriminazione; sarebbe anche questo l’intento del corso di “formazione”.
Il progetto, della durata di otto mesi (iniziato lo scorso 3 marzo, terminerà il 31 dicembre), è sostenuto dall’ordine degli assistenti sociali del Lazio, dalla Regione Lazio e dall’Istituto Nazionale per le malattie infettive Lazzaro Spallanzani.
Tra le associazioni arcobaleno che lo sostengono c’è solo l’imbarazzo della scelta: l’associazione Famiglie Arcobaleno, Agedo, il circolo Mario Mieli…
Ed i soldi per finanziare questo assurdo progetto da dove provengono? Il tutto costerà 75.000 € ed ogni singola spesa verrà coperta dai fondi pubblici.
In particolare, a pagare sarà l’UNAR (“Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali”), quell’ente pubblico finito un po’ di tempo fa in una bufera per aver usato fondi pubblici per finanziare club di prostituzione gay.
Insomma: i nostri ospedali cascano a pezzi, il servizio sanitario è al collasso, si fanno tagli su tutto però i soldi per finanziare corsi arcobaleno ci sono. Il mondo LGBT merita finanziamenti pubblici, altre associazioni invece no. E questa non è forse discriminazione?
Chiara Chiessi
29 settembre 2018