C’è bisogno di preparare qualcosa di nuovo, pur rimanendo ancorati a tutto quello che è Vangelo e storia; c’è bisogno di preparare qualcosa che sappia attirare i giovani e voglia contrapporre a troppe grida una voce più dirompente che proclami: Io ho qualcosa da dire alla tua vita!
C’è una frase, detta in questi giorni dal Papa in Estonia, che colpisce me e tanti di noi giovani: “Questi (uomini di Chiesa) non diranno nulla che serva alla mia vita!”. Tanti ragazzi affermano proprio questo: la Chiesa non ha più niente da dirmi! La Chiesa non c’entra più con noi, è troppo distante da noi!
Sono Federica, ho 26 anni e vengo da Bari. Sono una ragazza come tanti giovani di oggi che, subito dopo la Cresima, si è allontanata dalla Chiesa e da tutto ciò che la riguardava, per poi arrivare a 21 anni e fare un’esperienza particolare: l’incontro forte con Dio. È stato ciò che mi ha stravolto e rivoluzionato; non è stato un incontro: è stato l’incontro della mia vita.
È avvenuto in un momento doloroso, un frangente in cui stavo vivendo un lutto per me tanto importante: in quell’istante ho avuto la consapevolezza, la percezione che Dio fosse accanto a me e che io quel dolore non lo portavo da sola.
Ed è stato incredibile per me: era come una voce che mi parlava al cuore e mi diceva che eravamo in due.
Da questo incontro, da questa esperienza d’amore è cominciato il mio cammino di fede che ad oggi prosegue all’interno della Comunità Nuovi Orizzonti. Da due anni oramai ne sono entrata a far parte un po’ più da vicino, lasciando il lavoro, la famiglia, gli amici e andando a vivere nella Cittadella Cielo di Frosinone come volontaria.
Un invito straordinario? Sì, avrò la possibilità di partecipare al Sinodo sui giovani che si terrà a Roma a partire dal 3 ottobre, come rappresentante della Comunità Nuovi Orizzonti, per portare la mia esperienza quotidiana di ragazza che si relaziona con tanti giovani sia con quelli delle comunità di recupero, sia con quelli che incontriamo nei tanti eventi di evangelizzazione: in strada, nelle discoteche, bar, piazze…
Sono molto emozionata al pensiero di partecipare al Sinodo, perché mi rendo conto che è un evento grande quello che si avvicina. Non mi aspettavo sinceramente di poterci andare, però ne sono molto contenta perché sento che comunque parlerà tanto alla mia vita, alla mia esperienza, alla mia fede.
In tutto ciò, non mi sto preparando attraverso studi o ricerche particolari; sto portando avanti la mia quotidianità all’interno della Comunità, continuando quindi a dedicarmi al servizio.
Sento che per me è molto importante portare quella che effettivamente è la mia esperienza, la mia vita ordinaria, che non è fatta di studi, di libri o di teorie; è fatta di incontri di persone con Gesù al centro.
Voglio portare la nostra esperienza concreta che è quella di mettersi in ascolto del “grido inascoltato” di tanti giovani che, grazie all’amore concreto di tanti, sono passati dalla morte alla vita. E questo l’ho visto con i miei occhi…!
L’esperienza che faccio a Nuovi Orizzonti è proprio quella di incontrare le persone e penso che io possa dire qualcosa proprio a partire da questo, perché tanti giovani li incontro o li ho già incontrati. Vorrei portare il grido che ho raccolto da tante altre vite.
Pensare tuttavia a quello che mi attende, mi fa provare un po’ di ansia perché mi rendo conto che sarà un evento grande e in un certo modo non mi sento all’altezza; non so bene cosa mi aspetta e chi mi aspetta, però so cosa posso portare. Vorrei inoltre raccogliere tante altre testimonianze, tante altre prospettive e punti di vista dagli altri ragazzi e dalla Chiesa stessa che si sta mettendo in gioco e dirà la sua su questo argomento.
Posso dire che la Chiesa ha parlato tanto alla mia vita; nel percorso di fede è stata una mamma che mi ha accompagnato. È il mezzo concreto, terreno che io e tutti noi abbiamo per avvicinarci a Dio, però devo anche dire che a volte è difficile trovare un nesso con la propria vita, perché appare ancora una Chiesa un po’ troppo indietro rispetto a quella che è la società di oggi.
Spero pertanto che ci stupisca, perché anche se ho avuto il dono della fede attraverso un incontro concreto con Dio Amore, sono comunque una giovane che non appena rientrerà nel mondo si troverà di fronte una Chiesa che c’entra poco con noi giovani. Spero in un’innovazione e non uno stravolgimento. Spero in un’apertura verso i giovani, che sappia dimostrarsi più attenta all’ascolto, all’accoglienza, a chiedersi veramente cosa i giovani vogliono e cercano. Spero in una vera interrogazione sul perché tanti giovani non vi si avvicinano più.
Come ci andrei? Vabbè, sarò audace: vorrei andarci come Giovanni Battista e gridare con i giovani di tutto il mondo: “Preparate la via al Signore!”. C’è bisogno di preparare qualcosa di nuovo, pur rimanendo ancorati a tutto quello che è Vangelo e storia; c’è bisogno di preparare qualcosa che sappia attirare i giovani e voglia contrapporre a troppe grida una voce più dirompente che proclami: “Io ho qualcosa da dire alla tua vita”!
Due cose che vorrei condividere: incontro e comunione, ovvero vivere una relazione con Dio al centro, difficilmente realizzabile nel mondo.
Da qui nasce l’idea di un diario del Sinodo sui giovani, perché ho dentro me il desiderio che una giovane possa parlare ai giovani di quella che sarà un’esperienza di tutti i giorni; la storia di una ragazza che si avvicina alla Chiesa per chiederle: che cosa hai da dire, tu, alla mia vita? Vorrei dunque farmi portavoce di tanti giovani e, come Giovanni Battista, avere l’audacia di gridare a tutti: preparate la via al Signore! Ho il desiderio di portare lo straordinario nell’ordinario di molti.
Federica Ancona
2 ottobre 2018
Mettersi in ascolto del “grido inascoltato” di tanti giovani