È stato quasi un riflesso condizionato giunto da un passato ideologico che speravamo finalmente confinato ai margini della dibattito pubblico italiano. Se si cerca di tutelare la vita nascente offrendo un aiuto alle donne tentate o spinte verso l’aborto (aiutarle senza criminalizzarle, restando cioè nell’ambito dell’attuale legislazione), sarebbe plausibile pensare che tutti coloro che hanno a cuore i valori fondanti della nostra società si associno. O, per lo meno, non si mettano di traverso.
Ma il Pd nazionale ha perso un’occasione importante, scagliandosi contro la sua capogruppo in Comune a Verona, “rea” di avere votato a favore di una mozione tesa a limitare il ricorso all’aborto. Si è dimenticata la libertà di coscienza sui temi eticamente sensibili. Soprattutto, si è data la nefasta impressione di volere difendere un diritto a “escludere” e a “sopprimere” proprio quando si contesta ad altri, su altri fronti, la volontà di “escludere” e “rifiutare”. Un errore, è il caso di dirlo, mortale.
sabato 6 ottobre 2018
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