In ricordo di Luigi Gedda, un grande protagonista del cattolicesimo italiano del ‘900.

By 25 Ottobre 2018Cultura

Diciotto anni fa, lasciava la vita terrena, per tornare alla Casa del Padre, il professor Luigi Gedda (1902-2000), medico genetista di fama internazionale, uomo d’azione, laico, grande protagonista del cattolicesimo italiano del ‘900.

Un “cristiano esemplarmente credente e coerente fino al sacrificio” (Osservatore Romano del 28/09/2000).

Luigi Gedda fu un autentico “servo di Dio”, fedele a Cristo, alla Chiesa e ai Papi.

In particolare fu il fedele servitore di quel grande Pontefice che è stato Papa Pio XII, al secolo Eugenio Pacelli, che gli accordò oltre 90 udienze.

Fu nominato, da Papa PioXI,  Presidente della GIAC-Gioventù Italiana di Azione Cattolica (1934), poi, da Pio XII, Presidente degli Uomini Cattolici (1946),infine fu nominato Presidente Generale della Azione Cattolica Italiana (1952-1959).

Gedda è stato un uomo la cui vita fu essenzialmente contrassegnata da profonda spiritualità e da grande umiltà.

Si fece strumento della volontà di Dio, fin dalla giovane età, per operare instancabilmente alla costruzione della “Città terrena”, secondo il dettato evangelico e del Magistero pontificio.

La sua spiritualità fu ispirata alle parole che Gesù Cristo agonizzante pronunciò nel Getsemani: “Non mea voluntas, sed tua fiat”. Motto che diventò il programma di vita della associazione laicale da lui fondata il 3 settembre 1942, settantasei anni fa, la “Società Operaia”

Una associazione laicale, di diritto pontificio, avente per scopo la santificazione personale dei suoi membri, attraverso l’approfondimento del Mistero dell’Agonia di Cristo nel Getsemani, e la testimonianza, concreta, operosa e operativa, della loro identità cristiana, ”laici come laici”,   nei diversi campi della società.

…“Noi crediamo in Dio, Spirito Santo e gli chiediamo i lumi per ben intendere la via delle opere alla quale vogliamo dedicarci; con spirito di santificazione, così che ogni opera venga anzitutto costruita con la preghiera, il sacrificio e le virtù cristiane…”, così recita il “Simbolo degli Operai”, che sintetizza l’impegno e il programma di vita operaio.

I “Comitati Civici”, che portarono alla storica mobilitazione del mondo cattolico e alla straripante vittoria elettorale del 18 aprile 1948, vera pietra miliare della democrazia italiana, furono una delle più importanti e manifeste “opere” ideate e realizzate da Luigi Gedda, dietro preciso incarico di Papa Pio XII.

La grande beneficiaria di questa straripante vittoria fu la Democrazia Cristiana di Degasperi, che, purtroppo, tradì  il responso delle urne, formando governi con partiti laicistici e anticlericali.

Tante altre furono le realizzazioni di Luigi Gedda, di cui fu fondatore o promotore,  in campo cattolico: dalla fondazione della  casa editrice AVE.-Anonima Veritas Editrice (1935) al Centro Cattolico Cinematografico, alla società cinematografica Orbis Film, al Centro Cattolico Teatrale, all’AIART per il controllo etico dei programmi televisivi (1954); dalla costituzione ed attivazione  della prima radiotelevisione cattolica italiana “Teleradiosole (1977), a  riviste, come quella della Società Operaia “Tabor” (1946), a giornali come “Il Vittorioso” (1937), “Ripresa”, “Bisogna agire”(1970) ed tanti altri; dalle varie associazioni professionali e sportive in ambito cattolico, a partire dalla Associazione dei Medici Cattolici (1944)i,  ai tanti libri di spiritualità da lui scritti, di cui ricordiamo il fondamentale “Getsemani”.

In campo scientifico, nel 1952 promosse, presso l’Università “la Sapienza” di Roma, la istituzione della prima Cattedra italiana di Genetica medica, di cui divenne titolare, e nel 1953 fondò, sempre a Roma,  l’Istituto “Gregorio Mendel” per lo studio dei Gemelli. Successivamente fu organizzatore e promotore di Convegni a livello internazionale.

Mi piace commemorare, come suo fedele discepolo e collaboratore, questo diciottesimo anniversario della sua scomparsa terrena, ricordando  la sua grande devozione a Maria SS. Assunta, eletta a protettrice della Società Operaia, assieme a San Giuseppe, che lo portò ad essere il promotore, di una pia pratica che tuttora si ripete, ogni domenica, in piazza San Pietro.

Come ripreso da un articolo di “Bisogna Agire” – Agenzia dei Circoli Mario Fani del 1984, sessantaquattro anni fa, il 15 agosto del 1954, accogliendo benignamente la filiale richiesta di Luigi Gedda, allora presidente generale dell’ACI-Azione Cattolica Italiana, il Santo Padre, Pio XII, dal Palazzo pontificio di Castel Gandolfo dava inizio alla ininterrotta consuetudine del 1° Angelus radiodiffuso.

<<In quest’anno Mariano, in occasione della festività di Maria SS.ma Assunta in Cielo, domenica 15 agosto, alle ore 12, il Santo Padre, nella sua residenza di Castel Gandolfo, reciterà la preghiera dell’Angelus al microfono. Tale preghiera verrà diffusa dalla Radio Vaticana. La Radio-televisione italiana si collegherà direttamente nel suo programma nazionale ….>>. Questo fu  l’annuncio ufficiale pubblicato dall’Osservatore Romano il 14 agosto 1954, nella rubrica “Nostre informazioni”. Due giorni dopo il giornale vaticano ne dava un breve resoconto rilevando che <<l’Augusto Pontefice, aderendo al filiale desiderio dell’Azione Cattolica Italiana, ha dato modo, nella solennissima ricorrenza della insigne gloria della Vergine Santa, in questo radioso Anno Mariano, agli iscritti e a tutti gli altri fedeli di unirsi devotamente a Lui, nel pio saluto meridiano alla Madre di Dio>>

Quel primo Angelus fu trasmesso da una sala del Palazzo pontificio di Castel Gandolfo.

Dopo una ulteriore richiesta del prof. Gedda, lo stesso Pontefice cominciò la recita della preghiera mariana ogni domenica dalla finestra del suo studio, nel Palazzo Apostolico Vaticano. Era l’inizio di una ininterrotta consuetudine, seguita da tutti i suoi successori, fino ad oggi, e trasformatasi in una vera Udienza domenicale, attesa da tanti romani, pellegrini e turisti.

Desidero, poi, qui aggiungere che la capacità intuitiva del prof. Gedda si sviluppò, poi, felicemente ed efficacemente con la fondazione della prima  emittente televisiva cattolica, “Teleradiosole”, nata nel 1977 con gli stessi scopi di apostolato laico moderno che avevano caratterizzato tutte le sue opere e la sua vita di credente, esemplarmente e sempre coerentemente, testimone, in ogni ambito,  della sua identità cristiana e cattolica.

Sia il ricordo e la riscoperta della vita e delle opere di Luigi Gedda luce, guida e sprone a quanti, uomini di fede e di  buona volontà, militano al servizio della Chiesa di Cristo.

Oggi, in questa epoca di confusione e disorientamento sociale, politico e religioso, ci vorrebbero uomini della sua tempra e della sua profonda e cristallina formazione interiore, spirituale, professionale ed etica, per “ricostruire” una Italia migliore, nel solco del Bene comune, della giustizia, della solidarietà e della crescita morale e civile.

<<Gli uomini di oggiscriveva Gedda, nel 1978, sulla rivista Tabor –  hanno estremo bisogno della dottrina e del modello che Gesù presenta nel Getsemani. Anzitutto hanno bisogno di abbandonare i pensieri di illusione e di comodo, di avvertire il pericolo che sovrasta l’umanità, e di accorgersi che una notte di regressione, di violenza e di animalità favorisce il nemico e la congiura organizzata contro la Chiesa.

L’atteggiamento dei discepoli nel Getsemani, i quali non pensano alla veglia, ma a soddisfare il sonno, è quello che dobbiamo rimproverare a noi stessi. Il sonno può essere autentico e incosciente, ma anche spirituale, cioè consiste in falso ottimismo, disinteresse, egoismo. […]

La forza di noi che seguiamo Cristo, ma siamo uomini, non basta. Come in quella notte bisogna imparare da lui che la preghiera è una legge che condiziona il successo…[….]

La Chiesa, nelle più gravi ore della sua storia, si è buttata ai piedi degli altari per strappare dal Cuore di Dio la salvezza. Così oggi è necessario, urgente, primario, inevitabile il ricorso alla forza divina la quale soltanto può concederci di superare le difficoltà umanamente insormontabili che abbiamo di fronte, di lato e fra noi. […]  La notte che dobbiamo vivere perché Cristo ci ha invitato nel Getsemani, è una notte illuminante e feconda che si chiuderà con il canto del gallo, canto di vittoria perché Cristo si è incaricato di vincere, con la sua, la nostra morte. (…)>>

Luigi Gedda chiudeva questo scritto, lucido ed attualissimo,  con le parole che Gesù aveva rivolto a S. Margherita Maria Alacoque, durante le apparizioni a Paray le Monial,: “Ne crains rien, je regnairais malgré mes ennemis”, …Non temere nulla, regnerò malgrado i miei nemici.

Vittorio Blonk Steiner

Roma, 26 settembre 2018

In ricordo di Luigi Gedda, un grande protagonista del cattolicesimo italiano del ‘900.