La sessualità e la sua giusta concezione sono essenziali per il cattolico. Vediamo perché.
Se c’è una rivoluzione che sembra non declinare mai, ma anzi avanzare sempre verso nuove tappe di dissoluzione, questa è la Rivoluzione Sessuale, molto spesso fatta iniziare nel 1968.
Ed in effetti, benché non siano mancate visioni malsane del sesso e del rapporto tra uomini e donne – basti pensare al sadismo del marchese De Sade (1740-1814) – nel ’68 si ha un’esplosione di edonismo e di culto della corporeità quanto mai se ne ebbe nei secoli precedenti.
Secondo alcuni oggi la Chiesa non è seguita dai giovani perché essa rimane ferma e impermeabile di fronte alle nuove tendenze culturali, le quali promuovono e legittimano l’omosessualità, la bisessualità, la transessualità e ogni perversione possibile.
Ma se è vero che una parte dei giovani occidentali davvero la pensa così, sarebbe catastrofico abbassare il Vangelo e le sue esigenze etiche al livello della cultura diffusa di oggi. Anche perché moltissimi cittadini oggi si dichiarano atei o agnostici: dovremmo forse inventarci una religione senza Dio, per piacere a costoro e coinvolgerli in mere iniziative di solidarietà sociale? Sarebbe un palese tradimento del Signore, magari chiamato apertura, aggiornamento pastorale, e via dicendo.
Lo statunitense Rod Dreher ha scritto un autorevole testo nel 2017 che sta facendo riflettere molti teologi e vescovi, e che è già stato tradotto e pubblicato nei principali idiomi della cristianità (si tratta di L’Opzione Benedetto. Una strategia per i cristiani in un mondo post-cristiano, San Paolo, 2018).
In questo saggio l’autore offre una riflessione sistematica sul valore della castità cristiana e mette il dito sulla piaga della cosiddetta Rivoluzione Sessuale, da lui giustamente considerata come una delle più gravi inversioni storiche del messaggio cristiano.
Visto che chi naviga in rete troppo spesso legge poco, e che il libro non è di facile accesso per tutti, desidero menzionare alcune delle sue costatazioni, assai utili per chi voglia mantenersi sul retto sentiero della fede, e al contempo essere al corrente delle problematiche dell’attualità.
Il capitolo 9 del libro è intitolato “L’Eros e la nuova controcultura cristiana” ed è una preziosa bussola d’orientamento per il cattolico confuso di oggi. Ovviamente, il Dreher ribadisce che “Per un cristiano vi è soltanto un modo corretto di usare del dono della sessualità: in seno al matrimonio tra un uomo e una donna” (p. 279).
Secondo Dreher fu la testimonianza dei cristiani (fedeli al matrimonio) e dei monaci (asceti per scelta) che convertì il mondo pagano al cristianesimo, ribaltando completamente le categorie allora in auge. Infatti, “il cristianesimo, nella sua articolazione paolina, operò una rivoluzione culturale, limitando e incanalando l’eros maschile, elevando lo status tanto delle donne quanto del corpo umano, e infondendo amore nel matrimonio” (p. 283). Anche se certi filosofi gentili apprezzavano assai la moderazione e la temperanza nell’uso dei piaceri corporei: si pensi a Seneca, a Cicerone, etc.
Quindi la Rivoluzione Sessuale del ’68 altro non sarebbe che un ritorno al paganesimo pre-cristiano con le sue pratiche della prostituzione sacra, della schiavitù sessuale, della pedofilia, etc. “E’ per questo motivo che la ri-paganizzazione moderna chiamata Rivoluzione Sessuale non potrà mai essere conciliata con il cristianesimo ortodosso” (pp. 280-281).
L’anarchia sessuale di oggi, che giustifica ogni aberrazione in nome della libertà e del culto del piacere, è assolutamente opposta, in tutto e per tutto, all’etica biblica. E lo è ancora di più di quanto lo furono le ideologie materialiste del passato. Il comunismo, il socialismo o il nazismo infatti non giustificarono mai la presunta coppia gay e tanto meno l’adozione di bambini da parte di due papà.
Questa visione edonistica “ha demolito la concezione cristiana fondamentale della società, della famiglia e della natura degli esseri umani. Non ci può essere pace tra il Cristianesimo e la Rivoluzione Sessuale, perché sono radicalmente opposti” (pp. 287-288).
L’influenza dei mass media libertari e atei è stata devastante. Rod Dreher riporta un fatto significativo. Nel 1996 il 68% degli americani, secondo un sondaggio Gallup, era assolutamente contrario ad ogni ipotesi di matrimoni gay. Ma a seguito di massicce campagne di stampa a favore dell’autodeterminazione sessuale, con pari condanna dei cosiddetti omofobi, la percentuale si è ora invertita. Nel 2015 una nuova ricerca stabiliva infatti che in America oltre il 60% dei cittadini era divenuto pro. E nel 2018? E nel 2020? Andando avanti così si preparano roghi culturali di Bibbie e Catechismi visti dal Sistema come documenti omofobi e razzisti!
I cosiddetti millennials, poi, ovvero i giovani nati a partire dal primo gennaio 2000, non solo sono in massa favorevoli alle nozze gay, ma credono che la Chiesa cattolica e altre istituzioni religiose, debbano cambiare la loro dottrina per aggiornarsi al mondo contemporaneo.
Ma come è stato possibile, in Italia in Europa nell’intero mondo cristiano un cambiamento del genere?
E’ stato possibile perché “la stragrande maggioranza è giunta a concepire la sessualità come qualcosa che è funzionale principalmente al piacere personale e all’espressione di sé” (p. 290).
Se quindi il sesso è anzitutto ludico ed edonistico, anche l’omosessualità ha una sua ragion d’essere. E se la famiglia non è anzitutto orientata alla procreazione, ma al mero sentimento affettivo, anche la coppia gay ha dignità di famiglia. E l’amore tra gattino e padrone?
Se abbiamo capito tutto ciò, dobbiamo testimoniare con la vita e con le parole, la bellezza del matrimonio cristiano: unico, eterosessuale, aperto alla vita, indissolubile e educativo di virtù, di gioia e di ogni bene.
Antonio Fiori
14/11/2018