Fecondazione artificiale – Il Rapporto del Movimento per la Vita

Si è tenuta  una conferenza stampa a Montecitorio di presentazione del Rapporto al Parlamento sulla legge 40 che il Movimento per la Vita stila periodicamente a commento della Relazione ministeriale sull’attuazione della suddetta legge e presentata dal Governo al Parlamento ogni anno.

Il Rapporto del Movimento per la Vita è stato presentato dalla sua presidente, Marina Casini Bandini, insieme al segretario nazionale Giuseppe Grande.

Alla conferenza hanno partecipato anche la senatrice Paola Binetti e l’onorevole Antonio Palmieri, che hanno presentato il progetto di legge n. 4048/2016 che, rivisitato, intendono ripresentare a Camera e Senato nei prossimi giorni sulla sorte degli embrioni congelati e abbandonati presso le cliniche della fertilità.

Ha introdotto le relazioni l’onorevole Alessandro Pagano e ha moderato Luca Liverani, giornalista di Avvenire.

Abbiamo chiesto a Marina Casini Bandini quali sono le criticità che il Movimento per la Vita ha rilevato a proposito della Relazione ministeriale sulla legge 40/2004 (cfr. articolo seguente).

Secondo la presidente del Movimento per la Vita è una relazione lacunosa e, anche rispetto alla legge 40 – come per la 194/78 sull’aborto, c’è tutta una parte del dettato normativo relativo alla tutela degli embrioni che viene sistematicamente ignorato.

Inoltre, non si incentivano né si valorizzano le terapie volte alla cura vera della infertilità e che hanno notevole successo, anche se previste dall’art.1, secondo comma della stessa legge.

Il dott. Grande, endocrinologo, ha aggiunto dati scientifici in proposito molto interessanti: la fecondazione artificiale costa moltissimo, ha percentuali di successo bassissime e implica rischi anche gravi per la salute delle donne coinvolte e dei bambini che alla fine riescono a vedere la luce.

La Binetti e Palmieri hanno illustrato il progetto di legge che intendono reiterare: lo scopo della stessa è mettere la coppia (un padre e una madre, datori dei gameti, con esclusione di qualsiasi forma di fecondazione eterologa) di fronte alla responsabilità per gli embrioni prodotti in laboratorio con il loro patrimonio genetico: essi devono ogni due anni rinnovare l’intenzione di prendersi cura dei loro piccoli congelati, almeno finché la donna è in età fertile. Quando essi dichiarino apertamente di voler abbandonare i loro figli in stato embrionale, allora gli stessi potranno essere dati in adozione, esattamente come si fa con i bambini già nati.

La questione dell’adozione degli embrioni abbandonati solleva dei problemi morali secondo il Magistero della Chiesa Cattolica che qui non è luogo di approfondire.

Ma il progetto di legge in questione ha comunque il merito di riportare l’attenzione sull’umanità degli embrioni: noi sappiamo bene che dal momento della fecondazione prende vita un essere umano completo e autonomo che ha bisogno solo di tempo e nutrimento per diventare un bambino. Esattamente come poi il bambino avrà bisogno di tempo e nutrimento per diventare un adulto.

Palmieri ha concluso il suo intervento con una lode pubblica a ProVita per la campagna in atto contro l’utero in affitto e a favore del diritto inalienabile dei bambini a una mamma e un papà: «Una campagna acuta, perché intelligente e perché punge sul vivo», ha detto Palmieri. E ha evidenziato come, di fronte alla forza della verità, l’ideologia dominante non sappia rispondere con argomentazioni razionali e un confronto democratico, ma solo con reazioni isteriche, illiberali e con la censura all’opinione altrui.

Francesca Romana Poleggi

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